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Bimbo disabile non può andare a scuola, la mamma: “Lasciato senz’acqua né cibo, serve un’infermiera”

La mamma di M. ha lanciato un appello per chiedere alla dirigente scolastica che venga messa a disposizione del figlio un’infermiera: “Una mattina è rimasto senz’acqua né cibo”.
A cura di Alessia Rabbai
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M. ha nove anni e frequenta la terza elementare, ama andare a scuola ma non può, perché non gli viene fornita una figura professionale necessaria per somministrargli cibo e acqua mentre è in classe. Il bambino è nato prematuro a ventotto settimane, non cammina, non vede e non parla. Mangia e beve con un sondino, che collega lo stomaco all'esterno e dev'esserci una persona qualificata accanto a lui. Da oltre un anno sua mamma, ora sostenuta dall'avvocata Laura Andrao esperta in diritto delle disabilità, ha chiesto alla scuola di affiancargli un'infermiera per aiutarlo a bere, fare merenda e pranzare durante l'orario scolastico.

Una figura che ad oggi ancora non c'è. La donna, che ha presentato un esposto-querela, attraverso Fanpage.it ha lanciato un appello: "Il diritto allo studio di mio figlio dev'essere rispettato". M. per il momento è costretto a rimanere a casa, altrimenti rischia di restare senza mangiare e senza bere, com'è già accaduto, perché nessuno ha le qualifiche per darglielo. I genitori attraverso la legale invieranno una diffida e chiederanno i danni.

"Mi sono presentata a scuola con i carabinieri"

Ad occuparsi di M. a scuola sono la maestra di sostegno e l'assistente educativa, ma nessuna delle due può toccare la sua peg e nemmeno le maestre. Fino a qualche settimana fa se ne occupava sua nonna, collaboratrice scolastica che lavorava nello stesso edificio, ma non può più farlo. La mamma ha preso il suo posto per quindici giorni, trascorrendo le mattinate a scuola ad occuparsi di lui. Ha raccontato che un giorno in cui aveva avuto un problema e non ha potuto assisterlo, M. è rimasto senza bere e mangiare: "Ho scoperto che mio figlio era stato tutta la mattina senza cibo né acqua, mi sono presentata in aula con i carabinieri".

"La dirigente mi ha detto che ha tante cose a cui pensare"

"Quando ho chiesto alla dirigente scolastica spiegazioni sul perché non avesse ancora individuato una figura professionale per M. facendole presente che dalla mia richiesta era trascorso oltre un anno, mi ha risposto di avere tante cose a cui pensare e che mio figlio aveva la fortuna di avere i genitori e la nonna – spiega la mamma – La scuola deve garantire il diritto allo studio, un diritto che a mio figlio è negato". M. ama ascoltare la musica ballando in braccio ai genitori, fare passeggiate, ascoltare le favole e le partite della Juventus insieme al papà e stare con i suoi amici: "A scuola si trova benissimo e ci vuole andare, non potercelo portare è una violenza – continua la mamma – Stare in classe, imparare cose nuove insieme ai coetanei per lui ha una funzione primaria di socializzazione e importantissima, con le terapiste abbiamo raggiunto risultati eccellenti, se ci fermiamo andranno persi".

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