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Bimbo di 8 anni dimenticato sul bus, l’autista: “Poteva essere mio figlio, l’ho protetto”

Daniele D’Ortenzi, autista Atac, ha raccontato la storia a lieto fine di un bambino americano di otto anni, dimenticato inavvertitamente sul bus 30. “L’ho protetto e riportato al padre”.
A cura di Alessia Rabbai
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Daniele D'Ortenzi
Daniele D'Ortenzi

Una storia a lieto fine quella di un bambino americano di otto anni, che suo padre ha inavvertitamente dimenticato su un autobus della linea 30, che viaggia tra Laurentina e Clodio. Daniele D'Ortenzi, quarantatré anni e da quindici dipendente Atac, intervistato da Fanpage.it, ha raccontato l'episodio che lo ha visto protagonista il pomeriggio del 31 dicembre 2023, mentre era in servizio con la città in attesa della notte di San Silvestro.

Come si è accorto che sull'autobus c'era un bambino rimasto solo?

Ero al lavoro quando ho ricevuto una chiamata dalla centrale operativa, che mi informava del fatto che sull'autobus c'era un bambino rimasto solo. Suo padre invece era su un'altra vettura, sempre della linea 30, circa 15 minuti dopo quella che stavo guidando io. L'uomo infatti dopo aver inavvertitamente dimenticato suo figlio a bordo, molto agitato ha chiesto aiuto al conducente della corsa successiva, servendosi del traduttore sul telefono. Ho controllato meglio all'interno dell'autobus e l'ho visto: il bambino stava seduto accanto a persone adulte ma osservando meglio si notava effettivamente che era un turista.

Il bambino piangeva ed era spaesato, com'è riuscito a tranquillizzarlo?

Il piccolo era piegato sulle sue gambe e piangeva. Vista la situazione, arrivato alla prima fermata utile, sono andato tra i passaggeri e l'ho raggiunto, cercando di tranquillizzarlo. Gli ho fatto qualche domanda, quando mi ha detto che aveva otto anni, gli ho risposto che anche io avevo un figlio della sua stessa età e gli ho fatto vedere una sua foto dal telefono, lui l'ha guardata e ha sorriso. Ho cercato di spiegargli che suo padre era sull'autobus dietro al nostro e che l'avrei riportato da lui poi l'ho fatto sedere al posto del guidatore accanto a me, per non lasciarlo solo tra la folla e non perderlo di vista.

Il piccolo ha potuto riabbracciare i suoi genitori…

Arrivati al capolinea di Laurentina l'ho tenuto ancora con me in attesa dei carabinieri nel frattempo avvisati dell'accaduto e che ci hanno raggiunto dopo una manciata di minuti. Ho poi affidato il bambino ai militari, che lo hanno preso in carico e fatto salire a bordo dell'auto di servizio. Dopo circa un quarto d'ora, come previsto, è arrivato il collega con il padre del piccolo a bordo, che si è rivolto ai carabinieri per le pratiche di riaffido. Prima di riprendere regolarmente il servizio ho salutato il bambino, che era ormai sereno e ha "battuto il cinque", mentre il papà mi ha ringraziato con un "Thank you", stringendomi la mano".

Cosa risponde a tutte le persone che si sono complimentate con lei per il suo gesto?

Dal mio punto di vista sono consapevole di aver fatto un bel gesto, ma credo che il mio sia stato un comportamento normale e non eclatante. Il bambino poteva essere mio figlio, da padre mi è venuto d'istinto proteggerlo.

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