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Bimbi torturati con acqua bollente e morsi dai topi: la madre condannata a dieci anni di carcere

Il pubblico ministero aveva chiesto sette anni di reclusione. La donna è stata arrestata mentre stava per scappare in Francia, il compagno è ancora latitante.
A cura di Natascia Grbic
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È stata condannata a dieci anni di carcere Jessika Ahmetovic, la ragazza di ventisei anni accusata di maltrattamento aggravato nei confronti dei due figli piccoli, che oggi hanno quattro e sei anni. Lo hanno deciso i giudici della Corte d'Assise di Roma. Il pubblico ministero aveva chiesto sette anni di reclusione. I due bambini, soccorsi lo scorso anno da due poliziotti che li hanno trovati a vagare in strada, sono stati allontanati dalla famiglia di origine e giudicati adottabili dopo un lungo periodo di ricovero in ospedale. Il padre biologico dei bambini non viveva con loro, ma in Francia insieme ad altri due figli. I maltrattamenti sono avvenuti nella casa del nuovo compagno della donna, resosi irreperibile dopo la scoperta delle torture inflitte ai bambini.

I piccoli sono stati trovati lo scorso anno in condizioni di salute disastrose. Non sapevano parlare, comunicare, e muoversi. Avevano lo stomaco così gonfio per la fame da rendere necessarie delle cure particolari all'ospedale Bambino Gesù di Roma. Dalle indagini è emerso che i piccoli venivano lasciati senza cibo, picchiati con bastoni e cavi elettrici, ustionati con l'acqua bollente. Sul corpo avevano segni di morsi di topi. Quando i medici li hanno presi in carico, rischiavano di morire per lo stato in cui erano ridotti.

Gli inquirenti hanno scoperto che i due bimbi vivevano con la madre e il compagno di lei in un casolare ad Aprilia. Nessuno però si occupava di loro: erano lasciati a loro stessi, senza acqua né cibo. Per riuscire a sfamarsi, avevano mangiato della terra. Quando i poliziotti li hanno trovati, erano quasi morti. La madre è stata trovata mentre cercava di scappare in Francia e arrestata. Il compagno, ritenuto anche lui colpevole dei maltrattamenti, è riuscito a rendersi latitante e a fuggire.

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