Bimba di 10 anni abusata dallo zio, alla tata rivela: “Mi ha promesso dei giocattoli se sto zitta”
Avrebbe abusato della nipotina quando erano da soli in casa con una baby sitter. Zio e nipote si trovavano in camera, mentre la tata si trovava in cucina a preparare il pranzo. I primi sospetti le sono venuti quando ha visto la piccola che non la raggiungeva. Poi, una volta arrivata in camera, ha trovato i due sotto ad una coperta di lana in una calda e afosa mattinata di luglio. Così, durante la passeggiata al parco, ha provato a chiedere spiegazioni alla piccola. Che le ha raccontato tutto.
"Mi tocca e mi dice di stare zitta, in cambio mi promette soldi e giocattoli", avrebbe rivelato in lacrime la piccola alla baby sitter. Nei giorni scorsi è stata proprio la ragazza a riportare in un'aula di tribunale la sua testimonianza, come racconta Tuscia Web.eu, durante il processo allo zio della bimba oggi a processo per violenza sessuale aggravate dall'età della piccola e dal rapporto di parentela.
La testimonianza della baby sitter
"Quando sono arrivata in camera li ho trovati sul letto, ridevano e scherzavano davanti ai cartoni animati", ha raccontato in aula la baby sitter. Ma c'era qualcosa che non tornava: la ragazza aveva provato a chiamare la bimba, ma non le aveva risposto. Non succedeva mai. "Il silenzio improvviso. E come se non bastasse li ho trovati sotto ad una coperta di lana. Ma era il 5 luglio e faceva molto caldo. Mi è sembrato strano". Così, approfittando della passeggiata al parco nel pomeriggio, ha chiesto alla bimba cosa ci facesse sotto le coperte con lo zio.
Il racconto dello zio
Alle domande della tata, la piccola è scoppiata a piangere. Lo zio l'aveva palpeggiata e le aveva intimato di non raccontare a nessuno l'accaduto. In cambio le avrebbe portato soldi e giocattoli. La baby sitter a quel punto ha immediatamente chiamato chiamato la mamma della piccola, che si trovava ancora al lavoro. Lei e il papà della piccola da qualche tempo erano andati a vivere con lo zio della bimba.
Secondo quanto riportato dalla testate del Viterbese, i due lo avrebbero subito affrontato e preso a schiaffi fino a quando non avrebbe confessato. "È vero, chiedo scusa", avrebbe detto, poi sarebbe stato picchiato da alcuni familiari. A processo la famiglia si è costituta parte civile.