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Bande di ragazzini sfruttati dai genitori per rubare ai turisti in centro a Roma: 64 indagati

Sessantaquattro indagati, 29 arresti, 54 ragazzini tra gli 11 e i 17 anni fermati, ma riaffidati ai genitori perché non imputabili, sei minorenni denunciati per falsa attestazione dell’identità personale. È il risultato dell’indagine ‘Lost Children’, avviata nel 2017 e coordinata dalla procura di Roma e dalla procura presso il tribunale dei Minorenni e condotta dai carabinieri della compagnia Roma Centro.
A cura di Enrico Tata
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Bande di ragazzini, per lo più sotto i 14 anni e quindi non imputabili, che mettevano a segno furti, soprattutto di portafogli, nelle boutique del centro o a bordo della metropolitana di Roma. Ad assoldarli sono stati genitori e parenti, che avevano messo in piedi un'associazione a delinquere. Un vero e proprio gruppo criminale, composto da famiglie rom tutte imparentate fra loro e residenti sul litorale romano, soprattutto in località Lavinio, frazione di Anzio. Da lì partivano le bande di giovanissimi borseggiatori.

I risultati dell'indagine: 64 indagati, 29 arresti

Sessantaquattro indagati, 29 arresti, 54 ragazzini tra gli 11 e i 17 anni fermati, ma riaffidati ai genitori perché non imputabili, sei minorenni denunciati per falsa attestazione dell'identità personale. È il risultato dell'indagine ‘Lost Children', avviata nel 2017 e coordinata dalla procura di Roma e dalla procura presso il tribunale dei Minorenni e condotta dai carabinieri della compagnia Roma Centro. Gli indagati dovranno rispondere, a vario titolo, delle accuse di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati, ricettazione, utilizzo fraudolento di carte di pagamento.

Una vera e propria organizzazione criminale

La rete di sfruttatori è stata scoperta grazie a intercettazioni telefoniche e lunghi pedinamenti nelle piazze del centro storico e vicino ai monumenti più importanti. A piazza di Spagna, piazza del Popolo e al Colosseo le bande di ragazzini mettevano a segno i loro colpi e i ricavati servivano per sostenere economicamente le loro famiglie, sulla carte nullatenenti. L'organizzazione criminale era articolata: non solo i ragazzini, "il braccio", ma c'erano reclutatori, chi riscuoteva il denaro, chi provvedeva alla ricettazione degli oggetti rubati e chi spartiva i proventi.

Gli indagati si trovano in carcere o sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, all'obbligo di dimora e di presentazione presso gli uffici della polizia giudiziaria. Alcuni componenti della banda, che nel frattempo si sono trasferiti in Romania, sono stati presi dalla polizia locale.

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