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Badante massacra di botte anziano il primo giorno di lavoro e ne provoca la morte: a processo

È iniziato il processo a carico del badante di 31 anni accusato della morte di Nicolò Caronia, 94 anni. L’anziano è deceduto in seguito alle percosse dopo due mesi di agonia in ospedale.
A cura di Redazione Roma
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

È il 2 giugno del 2024, quando per il figlio di Nicolò Caronia inizia un incubo. Il padre, un ex poliziotto di 94 anni, è in fin di vita nella sua abitazione. Il figlio è arrivato di corsa nell'appartamento in zona Portuense, con il presentimento che qualcosa non andasse. Da appena ventiquattro ore ad accudire l'anziano non più pienamente autosufficiente era arrivato un uomo, di professione badante. Nawela Kevinda, 31 anni dello Sri Lanka. "È stato lui mi ha ammazzato di botte", dice Caronia al figlio.

Sul posto arrivano le forze dell'ordine che fermano il badante, accusato di tentato omicidio. L'anziano viene trasferito in codice rosso in ospedale, e poi in una clinica, dove muore due mesi dopo per le conseguenze delle percosse ricevute. L'accusa per il 31enne passa da tentato omicidio a omicidio volontario, con l'aggravante della crudeltà.

La vicenda è stata ricostruita oggi sulle pagine del quotidiano il Messaggero, che dà notizia della prima udienza nei confronti dell'uomo che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Richiesta respinta dal gup del tribunale di Roma.

Secondo quanto ricostruito l'uomo si mostra subito violento nei confronti dell'anziano che avrebbe dovuto accudire. "Appena ha scoperto che mio padre era un poliziotto in pensione ha iniziato a insultarlo e a sputare sugli attestati della polizia che aveva all'ingresso", racconta Fabrizio, il figlio della vittima. ,

Il 94enne, la mattina dell'aggressione, chiede all'uomo un caffè ma questo si rifiuta. Così, muovendosi con la sedia a rotelle su cui era da tempo costretto, si porta in cucina per prepararselo da solo. Qui avviene l'aggressione: calci, pugni, violentissime gomitate. Il referto parla di un pestaggio brutale, terminato il quale l'anziano viene depositato agonizzante nel letto. Alcune ore dopo arriva il figlio che, non ricevendo risposte al telefono, decide di recarsi nella casa di famiglia. Il badante ha sempre rifiutato ogni responsabilità, ma per gli inquirenti non ci sarebbe dubbio sulla dinamica. Il sospetto è che fosse anche molto ubriaco: nel sui zaino sono state ritrovate otto bottiglie di vino vuote.

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