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Aumentano i militari in città: oltre 1300 a Roma, più di 200 soltanto alla stazione Termini

Sono 1390 i militari in arrivo a Roma, di cui oltre 200 destinati alla stazione Termini. Queste le misure “sicurezza” nella capitale e nelle altre grandi città italiane.
A cura di Beatrice Tominic
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Immagine di repertorio
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Il nostro Paese ha bisogno di maggiore sicurezza. E, stando a ciò che ne pensa il governo, per garantirla servono più militari. O, almeno, questa è la soluzione nelle grandi città. Saranno almeno 6800 i militari destinati alla sicurezza delle grandi città come Milano, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Bari e altri grandi capoluoghi italiani. Ovviamente, non manca all'appello la capitale dove si stima arriveranno almeno 1394 militari.

I soldati lavoreranno spalla a spalla alle autorità già presenti nel territorio, come gli agenti della polizia. Si tratta dell'ennesimo provvedimento per l'operazione "Strade sicure", avviata nel 2008 con il governo Berlusconi.

Le stazioni, soggetti a massimo rischio

Massima attenzione su quelle che vengono considerate le zone più a rischio, come le stazioni. Circa ottocento dei 6800 soldati sono destinati proprio agli snodi ferroviari delle città. Nello specifico, nella capitale, sono circa 205 quelli destinati alle stazioni, con massima attenzione allo snodo principale romano, la stazione Termini, da tempo diventata teatro di episodi violenti, anche nei corridoi che portano alle due linee della metropolitana. Una situazione che, spesso denunciata da turisti, viaggiatori e commercianti, ha portato alla decisioni di questi ultimi di chiudere prima per evitare di correre maggiori rischi.

Il problema della sicurezza a Roma

Dopo l'ultima settimana, in cui si sono verificati due omicidi in tre giorni, quello del ragazzino di 14 anni ucciso a Monte Compatri e quello del trentatreenne a Corviale, è stato convocato un vertice sulla sicurezza. Il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza si è riunito ieri, giovedì 18 gennaio 2024, per cercare di "affrontare la situazione" mettendo in campo, se necessario "misure straordinarie".

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