Attivisti pro Pal cercano di issare bandiera Hamas a Porta San Paolo: allontanati da altri manifestanti

Alcuni militanti dei Carc, il Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo, hanno cercato di issare a Porta San Paolo una bandiera di Hamas ma sono stati allontanati dagli altri manifestanti pro Palestina. Dopo la deposizione di una corona di fiori da parte di chi aveva partecipato al presidio in sostegno al popolo palestinesi, alcuni militanti dei Carc hanno provato a issare il vessillo verde di Hamas. Il gesto ha rischiato di scatenare tafferugli tra gli stessi manifestanti, che li hanno subito accerchiati e fatti allontanare.
Il presidio pro Palestina a Porta San Paolo
Questa mattina centinaia di persone hanno partecipato al presidio lanciato dalle associazioni palestinesi e dai gruppi della sinistra radicale, che hanno duramente criticato la scelta dell'Anpi di non andare a Porta San Paolo ma a Parco Schuster. "La forza di questa piazza è stata la determinazione e la generosità di centinaia di compagni e compagne di ogni generazione che hanno capito che non si può disertare il 25 aprile a Porta San Paolo – le parole di un attivista al megafono – e che per onorare i partigiani e le partigiane che ci hanno donato la libertà non si poteva non gridare forte il nostro sdegno di fronte a un genocidio che si sta consumando da settant'anni ma che negli ultimi due anni ha visto una forte accelerazione. Roma libera la piazza dai sionisti e dai camerati".
Piazza divisa dalla polizia
Centinaia di agenti in assetto antisommossa e decine di blindati della polizia hanno diviso in due Piramide. Lo scopo, dopo le tensioni dello scorso anno, era non far entrare in contatto gli attivisti a sostegno della Palestina e la Brigata Ebraica. A dividere la piazza anche gli idranti, posizionati in alcune strade strategiche per evitare qualsiasi tentativo di staccarsi dai rispettivi presidi. Dopo aver deposto una corona di fiori, la Comunità ebraica si è allontanata dalla piazza. "Siamo qui anche oggi. Anche quest'anno. Con sobrietà, ma con fermezza. Decisi nella volontà di esserci, nel rinnovare la gratitudine verso chi ha difeso la nostra libertà e quella di tutti gli italiani. La memoria non è mai solo un rito. E il 25 aprile è la nostra data. Perché la libertà, prima di essere un diritto, è stata una conquista. E noi, gli ebrei di Roma, a quella conquista abbiamo partecipato", ha dichiarato Victor Fadlun, presidente della comunità ebraica di Roma. Dopo il 7 ottobre, abbiamo visto riemergere l'antisemitismo. Sui muri, nei social, nelle piazze, perfino nelle istituzioni. Al dolore e all'orrore è seguito il sospetto. Al pogrom, la solitudine. Ma noi non arretriamo. Non accettiamo ambiguità. Non confondiamo carnefici e vittime. Non permettiamo che la memoria venga distorta o strumentalizzata. O, peggio, ribaltata e usata contro di noi".