Attivisti per il clima lanciano vernice nera sull’albero di Natale Fendi in via del Corso a Roma
"In Italia, 5,7 milioni di poveri. Per Natale vogliamo un futuro, non un albero". Gli attivisti per il clima di Ultima Generazione hanno lanciato vernice nera lavabile sull'albero di Natale di Fendi in via del Corso a Roma, in segno di protesta contro il Governo. Il blitz è avvenuto nel pomeriggio di sabato scorso 21 dicembre in largo Carlo Goldoni, mentre nel centro storico affollato le persone erano "a caccia" degli ultimi regali.
Due persone aderenti alla campagna Fondo Riparazione di Ultima Generazione hanno compiuto un’azione di disobbedienza civile nonviolenta, lanciando vernice nera lavabile, "simbolo della cattiva coscienza del governo e delle lobby dei miliardari", sull’albero di Natale davanti al negozio Fendi. "Per Natale vogliamo un futuro", hanno gridato, esponendo due cartelli con scritto “In Italia, 5,7 milioni di poveri. Buon Natale un c***”. Hanno srotolato uno striscione con scritto "Fondo Riparazione" e si sono sedute a terra.
"Italiani sempre più poveri"
"Il futuro di questo Paese è sempre più nero, e a dirlo sono i dati contrastanti sulla società italiana – commentano gli attivisti – Il rapporto Caritas dello scorso novembre sulla povertà in Italia definisce in 5,7 milioni i cittadini italiani in stato di povertà assoluta, pari al 9,7% della popolazione. Dall’altra i ricchi sono sempre più ricchi, compresi i miliardari italiani; a stabilirlo è la classifica Forbes Italia, in cui tra i “paperoni italiani” sono presenti industriali dell’agrifood, del fossile e del lusso".
Cosa chiedono gli attivisti per il clima
"La nostra richiesta è di un Fondo Riparazione preventivo, permanente e partecipato da prevedere annualmente nel bilancio dello Stato. I soldi dovranno essere ottenuti attraverso l'eliminazione dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD), la tassazioni degli extra-profitti delle compagnie fossili, il taglio di stipendi premi e benefit ai loro manager, delle enormi spese della politica e delle sempre più ingenti spese militari".
Gli attivisti per il clima hanno annunciato che nel 2025 la loro protesta non terminerà: "Continueremo a scendere in strada, a fare azioni di disobbedienza civile nonviolenta, assumendoci la responsabilità delle nostre azioni, affrontando la repressione, tribunali e processi".