Attivisti per il clima arrestati: scatta l’obbligo di dimora. Mario Tozzi: “Non ho visto violenza”
Hanno trascorso tre notti in carcere i dodici attivisti e attiviste per il clima di Ultima Generazione dopo il blocco stradale di lunedì scorso, 4 dicembre, lungo la Roma Civitavecchia. Alcuni hanno incollato le loro mani all'asfalto, altri hanno rischiato di essere investiti. Tutti sono stati trasferiti prima di questura e poi in carcere.
Oggi sono stati ricevuti nell'aula giudiziaria a Civitavecchia: il loro arresto è stato convalidato. Per i loro atti di disobbedienza civile non violenta tutte le persone coinvolte sono state condannate all'obbligo di dimora. È caduta l'accusa di attentato alla sicurezza dei trasporti, ma resta quella di violenza privata.
"Ma quale violenza?", si chiede questo il geologo Mario Tozzi, raggiunto da Fanpage.it – Io ho visto solo resistenza passiva da parte degli attivisti, una modalità che viene utilizzata tradizionalmente in questo genere di proteste. Il blocco stradale può non essere condivisibile, sicuramente fastidioso, ma non è violento: si sono fatti portare via, non hanno esercitato violenza. O, almeno, io non l'ho vista".
Poi sottolinea: "I giudici avranno avuto le loro ragioni, non lo metto in dubbio, ma non riesco a comprendere da dove derivi questo reato di violenza privata – continua – Non mi risulta ci siano stati feriti. O danni a persone e cose. Servirebbero delle prove, un'evidenza, qualche video che possa attestare la violenza".
Il commento degli e delle attiviste di Ultima Generazione
"Pagheremo noi il fatto di aver agito rispetto alla Costituzione Italiana, che sancisce il diritto per ogni cittadino in forma singola ed associata a manifestare pacificamente – scrivono in una nota – L’ironia vuole che la manifestazione fosse per onorare l’articolo 9 della stessa Costituzione che dichiara, lo vogliamo ricordare qui, di tutelare l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. Invece, il governo calpesta la carta costituzionale: mette noi sul banco degli imputati per lavarsi la coscienza dalle proprie responsabilità".
Nel pomeriggio di ieri la senatrice Ilaria Cucchi e la deputata Francesca Ghirra sono andate in carcere per incontrarli ed incontrarle. "Alla destra il dissenso fa paura, per questo gli attivisti sono un bersaglio – ha dichiarato a Fanpage.it una volta uscita la senatrice – Volevamo conoscere le condizioni di salute in cui si trovavano dopo l'arresto: dobbiamo smetterla di punire gli attivisti, ma iniziare ad ascoltarli".
La reazione degli attivisti arrestati
"Ci mettiamo la faccia, ci mettiamo in una posizione di vulnerabilità, restiamo aperti al dialogo e non usiamo la violenza – ha dichiarato la ventitreenne Beatrice dal carcere – Non cerchiamo uno scontro, ma un confronto". Soltanto dal confronto, hanno più volte dichiarato loro, si genera l'opportunità di cambiamento.