Cambiamenti climatici

Attivisti di Extinction Rebellion scaricano letame al Ministero dell’Interno: interviene la polizia

Attivisti di Extinction Rebellion hanno occupato piazza del Viminale con delle tende dopo aver scaricato quintali di letame davanti al Ministero dell’Interno.
A cura di Natascia Grbic
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Attivisti di Extinction Rebellion hanno scaricato questa mattina quintali di letame in piazza del Viminale, davanti la sede del ministero dell'Interno. Hanno poi occupato la piazza con delle tende, e srotolato uno striscione con la scritta ‘L’unica sicurezza che abbiamo è questo clima di merda'. Sul posto sono intervenute immediatamente le forze dell'ordine per sgomberare il presidio.

“Questo ministero è uno dei promotori del nuovo DDL sicurezza che aumenta notevolmente le pene per chi protesta pacificamente", ha dichiarato una delle attiviste. "Occupiamo questa piazza per pretendere che chi ha il compito di tutelare la nostra sicurezza faccia tutto ciò che è necessario per contrastare il collasso ecoclimatico e per garantire il diritto di dissentire".

"Le persone entrate nelle tende sono state trascinate fuori, le tende distrutte e sequestrate, mentre altre persone hanno praticato resistenza passiva e si sono sedute a terra, circondate da un cordone delle forze dell'ordine – commentano gli attivisti nel comunicato che rivendica l'azione – Una protesta dai toni forti, ma colorati e rigorosamente nonviolenti, che arriva dopo un anno di politiche governative che hanno portato all’aumento degli investimenti in combustibili fossili e alla promozione di nuove pene per chi protesta, in un momento in cui l’Italia e il mondo intero sono colpiti da eventi climatici estremi sempre più intensi".

Al centro dei temi portati avanti dagli attivisti, la serie di eventi estremi che negli ultimi mesi ha colpito l'Italia proprio a causa del cambiamento climatico. E, accusa il movimento, il governo italiano non fa abbastanza per contrastare una crisi che porterà alla rovina il pianeta se non fermata in modo adeguato con interventi e leggi a hoc. "Proprio in questi giorni, alla COP29 di Baku, Azerbaijan – la seconda di fila a svolgersi in un “petrostato”, e terza in uno stato autoritario e repressivo – la premier Meloni ha confermato da un lato l’impegno dell’Italia nel limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 1,5°C, e dall’altro la volontà di trasformare l’Italia in un hub del gas a livello europeo, in aperto contrasto con gli obiettivi di neutralità climatica al 2050″, continuano gli attivisti. Che chiedono la dichiarazione di uno stato di emergenza nazionale, l"interruzione di emissione climalteranti, e l'istituzione di "un’Assemblea dei Cittadini per decidere su misure che siano veramente giuste e che non lascino nessuno indietro".

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