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Attivisti di Bruciamo Tutto bloccano via Vittorio Emanuele ballando e sdraiandosi sulla carreggiata

Nuovo blitz di “Bruciamo tutto” a Roma, stamattina attivisti e attiviste hanno fermato il traffico lungo via Vittorio Emanuele, ballando e sdraiandosi sulla carreggiata.
A cura di Alessia Rabbai
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Attivisti e attiviste di Bruciamo tutto in via Vittorio Emanuele
Attivisti e attiviste di Bruciamo tutto in via Vittorio Emanuele

Gli attivisti e le attiviste del movimento "Bruciamo Tutto" sono scesi di nuovo in strada e hanno bloccato il traffico lungo via Vittorio Emanuele. Ragazzi e ragazze hanno ballato al suono dei tamburelli, hanno srotolato uno striscione e si sono sdraiati sulla carreggiata in segno di protesta. L'azione non violenta c'è stata nella mattinata di oggi, venerdì 28 giugno, gli attivisti sono tornati a manifestare a soli due giorni di distanza dal blitz a Piazza di Spagna, quando hanno imbrattato con della pittura rossa la scalinata di Trinità del Monti e in sei sono stati fermati dalla polizia locale di Roma Capitale. Il giorno prima in sette sono stati sorpresi con due taniche da 20 litri di pittura rossa nell'area del tridente.

Attivisti e attiviste hanno bloccato la strada

L’azione di stamattina è partita poco prima delle ore 9, sei attivisti hanno limitato la circolazione dei veicoli in transito, disponendosi a semicerchio lungo la carreggiata. Al centro una persona ballava, mentre altre due suonavano dei tamburelli, dandosi il cambio. Le attiviste hanno intonato la canzone "Ni una menos" della Malamurga di Roma. Pochi minuti dopo sono arrivati i vigili urbani, che hanno spostato di peso gli attivisti dalla strada, per liberarla e consentire che la circolazione riprendesse normalmente.

Le motivazioni dell'azione non violenta

"Oggi protestiamo per ricordare i moti di Stonewall del 28 giugno a New York, la prima rivolta contro le persecuzioni della comunità LGBTQIA+ – spiega uno degli attivisti, Massimiliano – Nel 1994, qui si è tenuto il primo pride di Roma, per sostenere chi subisce discriminazioni e oppressioni. Questa azione di disobbedienza civile nonviolenta è necessaria per continuare la lotta contro l'esclusione sociale e le aggressioni fisiche di chi non rientra nei canoni binari ed eteronormativi della società. Ancora oggi leggiamo di notizie di azioni violente contro membri della comunità queer, come l’ultimo caso venuto agli onori di cronaca di una 45enne trans di origini peruviane massacrata di botte a Vicenza".

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