Attiviste imbrattano la sede Rai di viale Mazzini con tempera rossa: fermate in 5

Tempera rossa contro la sede Rai di viale Mazzini a Roma, dove stamattina le attiviste di Bruciamo tutto hanno fatto un blitz. Cinque le persone fermate e portate in commissariato.
A cura di Alessia Rabbai
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Il blitz delle attiviste alla sede rai di viale Mazzini
Il blitz delle attiviste alla sede rai di viale Mazzini

Blitz delle attiviste di ‘Bruciamo tutto' davanti alla sede della Rai in viale Giuseppe Mazzini a Roma. L’azione di disobbedienza civile nonviolenta si è svolta nella mattinata di oggi, giovedì 4 luglio, intorno alle ore 10.30. Gli agenti della Polizia di Stato hanno fermato e portato nel Commissariato Prati cinque attiviste, che hanno oltrepassato i cancelli aperti della sede Rai.

Tre attiviste si sono fermate nel viale, di spalle rispetto alle vetrate dell’entrata principale della sede. Una di loro si è diretta verso la statua e ha messo delle bambole fra le zampe del cavallo. Un’altra ha sparso in terra fogli di articoli, che riportano notizie di femminicidi, sui quali hanno sottolineato di rosso e barrato le parti dell’articolo che secondo le attiviste rinforzavano la vittimizzazione del carnefice. Sporcandosi le mani con della tempera rossa ha lasciato impronte tutt'intorno. Una terza attivista ha esposto un cartellone con le foto e i nomi delle quarantadue donne uccise dopo Giulia Cecchettin. Nel giro di pochi minuti gli agenti della Polizia di Stato sono arrivati nella sede Rai di via Mazzini e hanno portato via tutte e cinque gli attivisti.

"Ogni volta che c'è un femminicidio il giornale accompagna le tragedie con frasi imbarazzanti, razziste, misogine e che tendono quasi a giustificare o addirittura a far passare come vittima il carnefice – commenta l'azione Alessandra, spiegando i motivi dell'azione – La morte di queste persone va onorata e noi vogliamo che le loro vere storie vengano raccontate. Crediamo che il giornalista debba raccontare le informazioni correttamente, facendo valere il proprio diritto – e dovere- di riportare la verità. Nei casi di femminicidi spesso questo non avviene. Riteniamo, infatti, che questi vadano necessariamente ancorati al contesto della violenza sistemica sulle donne. Invece vediamo spesso articoli che prediligono sensazionalismo e vittimizzazione del carnefice. Oggi vogliamo mettere in luce questa ingiustizia".

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