Attiviste di Lucha y Siesta protestano sotto alla Regione Lazio: “Se chiude perdiamo tutti”
Sono scese nuovamente in piazza per protestare contro la decisione della Regione Lazio di chiudere Lucha y Siesta e riassegnare l'immobile che oggi la ospita tramite bando, dopo la delibera presentata dall'assessora alle Pari Opportunità Simona Baldassarre.
"A un mese esatto dal 25 novembre e con 99 femminicidi in Italia, la Regione Lazio continua prepotentemente nel tentativo di chiudere la Casa delle donne Lucha y Siesta, spazio pubblico e bene comune che contrasta la violenza di genere – dicono le attiviste a Fanpage.it – E nel frattempo il Governo reinserisce Iva al 10% su assorbenti e prodotti per l’infanzia. Decisioni politiche che manifestano idee, visioni e priorità in contrasto alla libertà e alla autodeterminazione delle donne, un attacco ai diritti civili e sociali".
La protesta delle attiviste: "Pronte a resistere"
Si sono trovate nuovamente questa mattina sotto alla sede della Regione Lazio di via Cristoforo Colombo, dove lo scorso 13 ottobre c'è stato un primo presidio. Con l'approvazione della delibera, Lucha y Siesta sarà chiusa. L'immobile verrà ristrutturato e poi assegnato ad una nuova associazione tramite bando: "Possono partecipare anche loro se vogliono – dicono dalla Regione – Ma la chiusura oggi è un atto dovuto".
Protestano contro quella che hanno ribattezzato la "Rocca-forte del patriarcato" le attiviste delle reti femministe romane e del Lazio. "Ai continui attacchi di Regione Governo, l'antiviolenza si ribella e scende nuovamente in piazza, di fronte alla Regione Lazio. Ci vogliamo liberɜ e ci vogliamo vive – continuano – Le luchadores questa mattina hanno ribadito che le reti femministe antiviolenza sono pronte a resistere e a rilanciare con i due cortei nazionali che si svolgeranno il 25 novembre a Roma e a Messina. E a ribadire che se Lucha y Siesta dovesse essere chiusa, perderemo tuttɜ".