Attiviste di Ultima Generazione si spogliano e bloccano via del Tritone per protesta
Attivisti e attiviste di Ultima Generazione manifestano a petto e seno nudo in via del Tritone nel centro storico di Roma per salvare il pianeta Terra. L'ennesima protesta di stamattina è sempre rivolta al Governo, che gli attivisti a difesa dell'ambiente attaccano prché "continua ad assistere imperturbabile alla morte dei propri cittadini a causa di eventi meteorologici estremi e ad alimentarne la causa, foraggiando senza scrupoli l’industria del fossile". Gli attivisti di Ultima Generazione da mesi fanno blocchi stradali in tutta Italia e anche a Roma, per sollecitare assemblee cittadine per discutere sul tema ambientale e per spingere il Governo a mettere in atto strategie concrete a tutela dell'ambiente.
Sette ragazze e ragazzi poco fa hanno raggiunto il semaforo di Piazza Barberini, dando il via a una protesta molto forte: si sono tolti le magliette, rimanendo a seno e petto scoperti davanti ad automobilisti e passanti increduli, un giovane si è spogliato completamente, e hanno bloccato la strada. Un blocco stradale che è durato pochi minuti, in breve tempo sono arrivate sul posto le forze dell’ordine che, come accade ad ogni protesta, li hanno spostati dalla carreggiata e la circolazione è ripresa normalmente.
La protesta nuda contro il Governo e per il cambiamento climatico
Quella di oggi è stata una protesta molto forte: "Mentre la catastrofe climatica colpisce ancora in Emilia Romagna, mettiamo a nudo il nostro corpo, vulnerabile come il pianeta – commentano l'azione messa in atto stamattina gli attivisti e le attiviste – Diranno forse che siamo oscene. Ma io mi chiedo. Siamo oscene? Osceno è quello che è successo ieri in Emilia Romagna – l'alluvione ndr – e il Governo, che sa che questi eventi estremi continueranno a succedere e nonostante ciò continua a investire nelle fonti fossili".
Una delle attiviste presenti in strada oggi spiega: "Sono terrorizzata da quello che porterà con sé lo scarseggiare del cibo e dell’acqua, la distruzione dei nostri territori e delle nostre case, l’impoverimento massivo delle persone, gli enormi flussi migratori e il dilagare di nuove malattie. Un accentuarsi di tutte le disparità: di razza, genere, classe sociale, abilità, orientamento sessuale, età. Davanti a questa prospettiva mi sento estremamente vulnerabile, molto di più di quanto mi possa sentire con il mio corpo mezzo nudo, a bloccare una strada. Preferisco vedermi a fare tutto ciò che è possibile, con il mio corpo e in modo nonviolento oggi, che vedermi a lottare o difendermi per un pezzo di pane domani".