Attivista allontanata da Roma per un anno, partecipò a sit in: “Perderò il lavoro per una decisione ingiusta”

Il tar del Lazio ha confermato il foglio di via di 15 mesi da Roma per Sabina, un'attivista di Extinction Rebellion. Lo scorso novembre aveva partecipato a un sit-in al Viminale, occupando in tenda la piazza insieme ad altri cento attivisti e scaricando cinque quintali di letame davanti all'ingresso del ministero dell'Interno. Dopo lo sgombero della protesta, è stata trattenuta in questura per diverse ore e ha ricevuto il foglio di via, confermato successivamente dal tar. Quella mattina oltre 70 persone furono portate via di peso e 33 vennero definite "socialmente pericolose" ed espulse con un foglio di via. Sabina ricevette l'ordine di lasciare Roma entro due ore e quello stesso giorno fece presente ai funzionari di polizia di vivere nella Capitale e di non poter essere bandita dalla città.
"La decisione del tar legittima le espulsioni arbitrarie operate dalle Questure, sebbene le denunce non siano ancora state vagliate dalla magistratura tramite l’applicazione delle leggi antimafia contro chi protesta in maniera nonviolenta. Perderò il lavoro per una decisione ingiusta", ha commentato Sabina.
Con sentenza dell'11 febbraio, il tar del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del foglio di via. Nonostante la documentazione presentata dai legali della ragazza, domiciliata da due anni a Roma e dipendente presso Amnesty International, i giudici hanno confermato la decisione, affermando che "come emerso da primi accertamenti e diversamente da quanto dichiarato dalla ricorrente, la stessa non è risultata risiedere in Roma”.
Secondo Extincion Rebellion si tratta di "un'applicazione illegittima del Codice Antimafia del 2011, che esplicitamente prevede che il foglio di via obbligatorio non possa essere dato a chi vive, lavora o studia in quella città. Una decisione contro la quale è già stato depositato ricorso al Consiglio di Stato da parte dei legali di Extinction Rebellion".
"Tutto questo è surreale! Devo lasciare la mia vita e i miei affetti per aver partecipato a una manifestazione estremamente pacifica. Provo molta rabbia per la negazione dei miei diritti. La noncuranza della Questura mi indigna e preoccupa, vorrei invece potermi sentire tutelata e che i miei diritti fondamentali fossero riconosciuti", ha commentato ancora Sabina.
“Di fronte alla continua erosione del diritto al dissenso, non resta che disobbedire a ogni misura ingiusta e riaprire spazi di partecipazione democratica che ogni giorni vengono chiusi", fa sapere Extinction Rebellion".
"Proprio qualche giorno fa, su tutte le pagine nazionali è stato annunciato l’inizio di una nuova campagna di mobilitazione, la “Primavera Rumorosa”, che culminerà a Roma dal 25 aprile al 1° maggio, per una settimana di marce, manifestazioni nonviolente e concerti. “In un’Italia messa in ginocchio da alluvioni e siccità, e con un piano energetico nazionale che prevede un aumento degli investimenti pubblici in combustibili fossili, il foglio di via dovrebbero darlo al governo".