Attacco hacker alla Regione Lazio, siti ancora bloccati: ecco quanto dureranno i disservizi
Un attacco hacker probabilmente senza precedenti quello che domenica 1 agosto si è consumato ai danni dei portali della Regione Lazio. Attualmente, nonostante siano passate molte ore, sono ancora inaccessibili sia il sito regione.lazio.it, sia il portale di prenotazione dei vaccini. E non è noto quando potranno tornare online. Ciò che preoccupa non è solo il fatto che è difficile per i cittadini prenotarsi sul sito per avere la propria dose: ciò che preoccupa è anche l'eventualità che milioni di dati sensibili siano stati trafugati. D'Amato ha rassicurato che dati sensibili e personali sono al sicuro, ma l'entità del danno non è ancora nota, né sono noti i tempi con cui tutto potrebbe tornare alla normalità. Chi ci sia, dietro questo attacco, ancora non si sa. Sono diverse le possibilità, e banalizzare il tutto con ‘sono stati i no vax' potrebbe questa volta essere troppo semplicistico.
"La campagna vaccinale sta procedendo e proseguirà regolarmente, non c’è stata nessuna interruzione e non ci sarà nei prossimi giorni – ha dichiarato ieri l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato – L’attacco Hacker non è riuscito a bloccare la campagna vaccinale del Lazio. Ringrazio tutti i nostri operatori che si stanno impegnando per garantire tutte le somministrazioni. Chi è prenotato, può andare tranquillamente nei centri vaccinali. Ringrazio il Commissario Figliuolo per la disponibilità che ci ha dato nel garantire il supporto nel trasferimento dei flussi nell’anagrafe vaccinale nazionale. Non ci fermeremo di fronte a questo attacco". "Un fatto gravissimo, blocca un servizio fondamentale – aveva commentato immediatamente il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti – Ci scusiamo con i cittadini per gli inevitabili disservizi.Abbiamo segnalato alle autorità l’attacco e ringrazio tutti i dipendenti che da questa notte sono al lavoro per difendere la centrale e per tornare alla normalità".
A indagare sul caso, Polizia Postale e Procura. Il reato ipotizzato potrebbe essere quello di accesso abusivo a sistema informatico. Secondo quanto appreso l'AdnKronos, l'attacco hacker sferrato al Ced regionale è di tipo ransomware cryptolocker: si tratta di un trojan ideato nel 2013 e che ha lo scopo di criptare i dati della vittima, richiedendo un pagamento per la decriptazione. Si tratterebbe quindi di un virus fatto per estorcere denaro. Secondo quanto riportato da la Repubblica, alla Regione Lazio sarebbe stato richiesto un riscatto un bitcoin, notizia che però deve ancora avere conferma. Anche perché, data l'entità dell'attacco, potrebbe essere un'azione che punta a essere il più distruttiva possibile, la cui finalità potrebbe non essere proprio il denaro.