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Attacco hacker ai siti Zètema, la tentata estorsione: 1 milione per sbloccare i dati

I siti di Roma Capitale gestiti da Zètema sono inaccessibili da domenica 10 settembre. Chiesto un milione di euro in bitcoin per sbloccare il sistema. A rischio 40mila domande del concorso pubblico.
A cura di Simone Matteis
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Un milione di euro in bitcoin. È questa la richiesta degli hacker per rendere nuovamente fruibili i siti di Roma Capitale gestiti da Zètema, inaccessibili da domenica 10 settembre. Una richiesta di riscatto altissima stando a quanto riportato da Repubblica, che va ad aggiungersi ai ritardi nella segnalazione alla polizia postale, arrivata soltanto lunedì mattina, e la conseguente opera di messa in sicurezza del sistema.

L'attacco hacker e il riscatto milionario

Mentre aleggia il sospetto che possa trattarsi di hacker filorussi o di criminali intenzionati allo sfruttamento dei dati degli utenti, resta da capire la provenienza dei pirati informatici e la loro localizzazione. L'unica cosa certa è che si è trattato di un attacco ransomware diffuso nei siti gestiti da Zètema: una volta cifrate, le piattaforme sono diventate inaccessibili senza la chiave di sblocco, fulcro della richiesta economica da parte degli hacker, di poco inferiore a un milione di euro in criptovalute.

Fonte: pagina Facebook di Zetema
Fonte: pagina Facebook di Zetema

A rischio 40mila domande per il concorso pubblico

Zètema, l'azienda municipalizzata del comune di Roma che gestisce musei e siti culturali, ha presentato a inizio 2023 un nuovo concorso pubblico per l'assunzione a tempo determinato di 77 persone, per il quale hanno fatto domanda 40mila persone. Mentre resta ancora sconosciuto l'esito del concorso, centinaia di candidati che ormai da mesi controllano giornalmente le pagine del sito Zètema si sono ritrovati su Telegram, dando sfogo alle loro lamentele e alle loro scarse speranze ulteriormente alimentate dal blocco informatico: "ci vorranno settimane", il commento sfiduciato di Emi.

Il business dei dati rubati

Attacchi informatici come quello messo in atto contro i siti gestiti da Zètema costituiscono per gli hacker una potenziale doppia fonte di guadagno: dopo aver cifrato le piattaforme, una prima richiesta avviene generalmente per richiedere lo "sblocco" e dunque la nuova fruibilità dei dati. Gli hacker, poi, consapevoli della sensibilità di quelle informazioni, possono giocare al rialzo chiedendo un'ulteriore cifra per evitare la loro diffusione in rete.

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