Assalto alla sede della Cgil: cinque nuovi arresti, c’è un esponente di Forza Nuova
Nuove misure cautelari questa mattina nei confronti di persone accusate di aver partecipato all'assalto alla sede della Cgil lo scorso 9 ottobre. Le operazioni, condotte dalla Digos di Roma, sono in corso dalle prime luci dell'alba. Secondo quanto emerso dalle indagini, queste persone avrebbero avuto parte attiva nell'attacco alla sede del sindacato, devastata durante una delle manifestazioni no green pass a opera di no vax e neofascisti. Si tratta di cinque soggetti, di cui uno è un esponente di Forza Nuova. Si tratta del leader catanese del gruppo neofascista Giuseppe Bonanno Conti, immortalato in diversi video. E sono stati soprattutto questi a permettere alla Digos di identificarlo e procedere con l'arresto. Lui e un appartenente al movimento no green pass, si trovano ai domiciliari, altre tre persone hanno invece l'obbligo di firma e di dimora nel comune di residenza. Tutti e cinque sarebbero accusati di devastazione e saccheggio, come le altre persone arrestate subito dopo l'assalto alla Cgil, e di resistenza e violenza contro le forze dell'ordine.
Sale a 18 il numero degli arrestati per l'assalto alla Cgil
In carcere, per l'assalto alla Cgil, sono finite tredici persone. Si tratta dei leader di Forza Nuova Roberto Fiore e Giuliano Castellino, Luigi Aronica, Salvatore Lubrano, Pamela Testa, Francesco Bellavista, Roberto Borra, Luca Castellini, Fabio Corradetti, Lorenzo Franceschi, Massimiliano Petri, Federico Trocino e Massimiliano Ursino. Stralciata la posizione di Biagio Passaro, leader di Io Apro, arrestato inizialmente e poi rilasciato. Le accuse per gli imputati sono, a vario titolo, istigazione a delinquere, devastazione e resistenza a pubblico ufficiale.
Il 2 marzo il processo per l'assalto alla Cgil
Il processo nei confronti degli arrestati si svolgerà il prossimo 2 marzo 2022. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Procura di Roma. A dicembre il gip aveva respinto la richiesta di scarcerazione chiesta dai legali di Roberto Fiore, detenuto nel carcere di Poggioreale. Nell'istanza, il giudice ha spiegato che "l'unico elemento portato all'attenzione di questo ufficio è dato dalla rilevazione di un caso di positività da Covid all'interno della casa circondariale, fatto posto in relazione con le patologie del Fiore, indicata in ipertensione sindrome long covid, in maniera del tutto astratta e ipotizzando, assai genericamente, un del tutto ipotetico aggravamento del rischio per le sue condizioni di salute e una, altrettanto ipotetica, difficoltà di trattamento delle sue condizioni in ambiente carcerario".