Assalto alla sede Cgil, confermate in appello le 11 condanne agli autori della devastazione
Sono state confermate in appello undici condanne per l'assalto alla sede Cgil a Roma dell'ottobre 2021. Si tratta di una sentenza che riguarda gli imputati che avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato e che dovevano rispondere delle accuse di devastazione e resistenza a pubblico ufficiale.
Nel procedimento principale, per cui ancora deve essere pronunciata la sentenza di primo grado, sono imputati tra gli altri Giuliano Castellino, ex leader romano di Forza Nuova, Roberto Fiore, leader del movimento di estrema destra, e l'ex Nar Luigi Aronica.
Ha raccontato proprio Fiore nel corso di un'udienza: "Non volevamo devastare la Cgil ma fare una manifestazione pacifica. Mi ricordo di avere detto: ‘oh, non famo reati. Il mio interesse era che vi fosse una manifestazione politica e che non ci fossero incidenti. Dopo cinquant'anni di attività politica non si può pensare che io sia così folle da concludere una grande manifestazione politica con l'assalto a un sindacato".
Ridotte le condanne per alcuni imputati
Il giudizio che hanno pronunciato oggi i magistrati della prima sezione d'Appello riguardava, tra gli altri, Fabio Corradetti, figlio della compagna di Castellino (per lui conferma a sei anni di reclusione) e Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova. Per Claudio Toia, del gruppo ultras juventino ‘Antichi valori', la condanna è scesa da sette anni a 5 anni e quattro mesi (era stato condannato a 7 anni e 2 mesi). La corte di primo grado scrisse nelle motivazioni della sentenza che l'assalto alla Cgil non fu di matrice fascista.
"Siamo solo all'inizio: il procedimento principale è ancora in corso. Alla destra che nel Lazio fa paragoni impropri e imbarazzanti tra quanto successo il 9 ottobre 2021 e la protesta di ieri dentro la sede della Regione consigliamo di studiare le sentenze", ha commentato il segretario della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola.
L'assalto alla sede Cgil
La devastazione della sede del sindacato risale al 9 ottobre 2021, al termine di una manifestazione contro il Green Pass a piazza del Popolo. Nel corso del processo è stata raccolta anche la testimonianza di Maurizio Landini, segretario della Cgil: "Sono arrivato verso mezzanotte: mi si è presentato un quadro di devastazione, pensavo non fosse possibile una cosa del genere. È stato un atto contro i lavoratori che hanno deciso di organizzarsi in una organizzazione sindacale. E nessuno ha mai chiesto scusa".