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Assalto alla Cgil, Roberto Fiore resta in carcere: respinta la richiesta della difesa

Per il giudice sussistono le condizioni che hanno portato “all’emissione della misura cosi’ come le esigenze di cautelari”. Roberto Fiore rimarrà in carcere.
A cura di Natascia Grbic
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Roberto Fiore resta in carcere. Lo ha deciso il giudice per le indagini preliminare di Roma a seguito della richiesta di scarcerazione avanzata dalla difesa del leader di Forza Nuova, arrestato dopo l'assalto alla Cgil avvenuto lo scorso 9 ottobre durante una manifestazione no green pass. Roberto Fiore rimarrà quindi nel carcere di Poggioreale, dove è detenuto.

Nelle motivazioni di rigetto dell'istanza, il gip spiega che sussistono le condizioni che hanno portato "all'emissione della misura cosi' come le esigenze di cautelari". E aggiunge che la difesa non ha "offerto nuovi, significativi, elementi di valutazione. L'unico elemento portato all'attenzione di questo ufficio è dato dalla rilevazione di un caso di positività da Covid all'interno della casa circondariale, fatto posto in relazione con le patologie del Fiore, indicata in ipertensione sindrome long covid, in maniera del tutto astratta e ipotizzando, assai genericamente, un del tutto ipotetico aggravamento del rischio per le sue condizioni di salute e una, altrettanto ipotetica, difficoltà di trattamento delle sue condizioni in ambiente carcerario".

Nei giorni scorsi la Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per le 13 persone accusate di aver assaltato la sede della Cgil, devestandone i locali. Si tratta dei leader di Forza Nuova Roberto Fiore e Giuliano Castellino, Luigi Aronica, Salvatore Lubrano, Pamela Testa, Francesco Bellavista, Roberto Borra, Luca Castellini, Fabio Corradetti, Lorenzo Franceschi, Massimiliano Petri, Federico Trocino e Massimiliano Ursino. Stralciata la posizione di Biagio Passaro, leader di Io Apro. Le accuse per gli imputati sono, a vario titolo, istigazione a delinquere, devastazione e resistenza a pubblico ufficiale.

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