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Assalto alla Cgil, Fiore e Castellino: “Non c’entriamo con le violenze”. Ma i video li smentiscono

Durante gli interrogatori con la giudice Annalisa Marzano, Castellino, Fiore, e gli altri arrestati sono stati molto fermi su un punto: quella di sabato era una manifestazione pacifica, loro non volevano assaltare la Cgil e non c’entrano nulla con le violenze. Parole giudicate inattendibili dalla gip, soprattutto per Castellino, definito “il protagonista indiscusso dell’istigazione alla violenza”.
A cura di Natascia Grbic
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"Era una manifestazione pacifica, non volevamo invadere la sede della Cgil, solo parlare con Maurizio Landini". Questa l'incredibile difesa davanti la giudice Annalisa Marzano di Giuliano Castellino, arrestato la notte tra sabato e domenica scorsa in seguito alle violenze scatenate durante il corteo no Green Pass. Una linea difensiva condivisa anche dagli altri imputati Pamela Testa, Biagio Passaro, Salvatore Lubrano, Luigi Aronica e Roberto Fiore. Nessuno c'entra nulla con le violenze, nessuno voleva assaltare la Cgil e distruggerla, tutti dichiarano di aver collaborato con le forze di polizia (salvo poi non dire i nomi dei dirigenti con cui avrebbero interloquito). Eppure Pamela Testa, tanta era la foga di entrare nella sede del sindacato, secondo quanto dichiarato dagli agenti, ha addirittura scavalcato la finestra per non rimanere fuori, ed è poi andata a scardinare il portone di ingresso per far entrare gli altri manifestanti. Castellino, si legge sempre nell'ordinanza firmata dalla giudice, è stato visto partecipare all'assalto del mezzo del Reparto Mobile, ed è stato individuato come "il protagonista indiscusso dell'istigazione alla violenza, oltre che motivato fautore della devastazione della culla del lavoro e dei lavoratori italiani". Gli interrogatori degli indagati sono stati ritenuti decisamente poco conformi alla realtà. Per questo tutti loro rimarranno in carcere.

"Le immagini", si legge nel testo dell'ordinanza, "documentano la loro presenza non solo alla testa dei cortei, ma soprattutto la presenza di costoro nei momenti salienti delle minacce e delle violenze riservate alle forze dell'ordine, all'attacco a un blindato della polizia che si era frapposto all'avanzata del corteo, e nel momento della brutale intrusione alla sede della Cgil". All'interno della sede poi, si è proceduto alla rottura ‘indiscriminata' di tutti gli oggetti: sedie, tavoli, finestre, computer. Nulla è stato risparmiato dai manifestanti, incitati dai leader di Forza Nuova che per primi hanno dichiarato di volersi muovere verso la Cgil. "Portatece da Landini o lo andiamo a prendere noi‘, ha tuonato Castellino alle forze di polizia presenti. Una frase che rappresenta una minaccia in prima regola, ma che per il leader neofascista mostra solo la volontà di voler conferire con un leader sindacale. L'attacco alla sede della Cgil è valso agli indagati l'accusa di devastazione.

"Oggi noi andiamo ad assediare la Cgil, oggi noi partiamo in corteo e andiamo a prenderci la Cgil. Noi oggi chiamiamo Landini se rivuole il suo palazzo. Se rivuole la sua sede viene a Roma e proclama lo sciopero generale di tutti i lavoratori contro il Green Pass. Adesso i microfoni si spengono e si parte tutti verso la Cgil in corteo". Così Castellino ha arringato la folla dal palco della manifestazione. E così migliaia di persone lo hanno seguito, lui in testa insieme a Roberto Fiore e Luigi Aronica. E sempre Castellino nelle carte viene indicato come colui che incita la folla a entrare nei locali appena occupati, "per contribuire anch'essi alla devastazione". Non sono mai mancati nemmeno Fiore e Aronica, che guardavano tutti "con atteggiamento di comando". Eppure quell'atteggiamento di comando non si è visto negli interrogatori. Oltre ad aver condannato le violenze, c'è stato chi, come Biagio Passaro, che ha ripreso in diretta su Facebook l'assalto alla Cgil, che ha dichiarato di condannare ciò che è accaduto. A smentirlo, il suo stesso video.

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