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Ascensori con feci e urine, rampe inesistenti, metro inaccessibili: Roma non è una città per disabili

Sebbene ci sia un obbligo di legge dal 1986, Roma – così come molti altri Comuni in tutta Italia – non si è ancora dotata di un PEBA (il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche). Insieme a Dario, membro di Égalité, un’associazione che combatte per i diritti dei più fragili, abbiamo documentato molti disservizi.
A cura di Lorenzo Sassi
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Dal 1986 ogni Comune italiano avrebbe dovuto dotarsi di un PEBA (il Piano per l'Eliminazione delle Barriere Architettoniche). Inizialmente la legge riguardava i soli edifici pubblici, successivamente anche gli spazi urbani. Insieme a Dario, membro di Égalité, un'associazione che combatte per i diritti dei più fragili, siamo partiti dalla fermata della metro San Paolo a Roma per dirigerci all'Eur.

Dario è paralizzato e per muoversi ha bisogno della sedia a rotelle. Abbiamo documentato disservizi, ascensori con presenza di urina e feci, per non parlare della pressoché totale assenza di rampe per disabili nei marciapiedi che si trovano in prossimità delle stazioni.

Incontriamo Dario a San Paolo, dove arriva in auto. Qui riscontriamo le prime criticità: “Di fronte ai parcheggi per disabili non è presente alcuna rampa per passare dalla strada al marciapiede”, spiega Dario. L’unica opzione è gettarsi nel traffico della capitale, fare circa 100 metri in contromano in sedia a rotelle e poi raggiungere la rampa più vicina. A quel punto si può accedere alla stazione. Una volta dentro, ci dirigiamo verso gli ascensori (spesso non funzionanti).

“Vivo in questa zona da dodici anni, sono in sedia a rotelle da sette. Ho scoperto di essere un emarginato, uno dei tanti. Gli ascensori sono sistematicamente fuori uso, oltre a essere orinatoi”, racconta Dario quando, entrati in ascensore, veniamo investiti da un lezzo tanto spiacevole quanto inaspettato. All’interno dell’ascensore infatti, che per una volta è in funzione, troviamo escrementi spalmati sulle pareti e urina. “Il discorso vale anche per gli alza scale, spesso non funzionano o risultano inservibili e chi si trova in sedia a rotelle ha grandi difficoltà a muoversi in una città che è la terza Capitale d’Europa”.

Salendo sul treno metropolitano diretto all’Eur riscontriamo altre criticità nei servizi, come ad esempio il gradino per salire sul mezzo, troppo alto e distante dalla pedana di attesa. A queste condizioni risulta inevitabile impiegare un po’ di tempo per entrare. Una variabile non contemplata da Atac e Campidoglio, tant’è che le porte si chiudono proprio mentre Dario tenta di entrare. All’interno registriamo un ulteriore problema: il sistema di messa in sicurezza delle carrozzine non funziona. Giunti all’Eur andiamo in strada.

Percorriamo un centinaio di metri e ci ritroviamo bloccati sul marciapiede: non ci sono rampe o discese. L’unica opzione percorribile è saltare dal marciapiede direttamente in strada. E così ci ritroviamo nel traffico della Capitale, in mezzo alle auto alla ricerca di una rampa per risalire sul marciapiede: “Non c'è altra scelta che muoversi sulla sedia a rotelle per strada e questo non è normale, non dovrebbe esserlo”, spiega Dario.

Tra i clacson suonati all’impazzata dagli autisti e le voragini dell’asfalto, giungiamo all’ultima tappa: il parco dell’Eur, gestito da Eur S.p.a., ente pubblico deputato a garantirne l’accessibilità a tutti. Non è così. “È come un percorso minato quello che offre l'ente Eur S.p.a., perché qualsiasi percorso ti trovi a seguire è pieno di trappole, è pieno di gradini non segnalati, è pieno di buche nelle quali ciascuno può inciampare e farsi male”. Ogni strada di accesso al parco infatti è disseminata di ostacoli.

A questo punto torniamo alla metro, alla fermata Eur Palasport (sic), dove l’assenza di rampe – di nuovo – impedisce un facile accesso. “Benvenuti a Roma, la ‘città eterna”', o la città dell’eterno disservizio per quanto riguarda l'accessibilità del trasporto pubblico, che rimane una chimera, un’utopia”, conclude Dario.

Abbiamo chiesto al Campidoglio alcune informazioni e spiegazioni sull’argomento. “Una delle questioni più urgenti di cui ci siamo occupati fin dai primi giorni del nostro insediamento è quella degli impianti di traslazione, ossia ascensori e scale mobili bloccati. Su circa 650 impianti, oltre 150 erano fermi”, spiega Eugenio Patanè, Assessore alla Mobilità.

Dall’insediamento ecco ciò che è stato fatto: “1) sostituzione impianti su dieci stazioni metro B. Le attività sono in corso da diversi mesi e sono in fase avanzata di realizzazione. Le attività sono state completate su oltre il 70% dei 48 impianti previsti e quasi tutti sono già tornati in servizio a parte alcuni che sono in attesa di documenti autorizzativi; 2) Metro B: abbiamo praticamente completato i lavori di revisione previsti su tutte le scale mobili (una sessantina). Oltre il 60 per cento sono già in servizio e per il resto si aspettano le autorizzazioni ministeriali; 3) Metro C:  revisione di ascensori fermi da tempo. Dovremmo terminare lavori entro ottobre ma poi ovviamente ci sono i collaudi; 4) Metro A: abbiamo presentato al ministero il progetto per l'adeguamento degli ascensori di alcune stazioni ferme da tempo per necessità di rifare i progetti perché sono cambiate le norme. Alcune stazioni: Subaugusta, Furio Camillo, Ponte Lungo. Si tratta di una dozzina di impianti o forse qualcuno di più. Una volta che il ministero approva i progetti potremmo procedere coi lavori e poi i collaudi”.

Tirando le somme risulta che i lavori sono stati effettuati su oltre 150 impianti, dove sono state effettivamente risolte questioni che aspettavano di essere archiviate da tempo. Un altro elemento: tutti i bus acquistati dall’attuale amministrazione – e così i bus che saranno acquistati in futuro – sono dotati di pedane per disabili (a differenza dei precedenti). Lo stesso discorso varrà per i nuovi tram (quando – e doverosamente se – arriveranno).

Poi ci sono gli spazi urbani. “L’abbattimento delle barriere architettoniche oltre a essere uno dei compiti dell’Assessorato ai Lavori Pubblici è un dovere morale dell’amministrazione. Negli anni si sono purtroppo accumulate molte problematiche rimaste irrisolte a cui stiamo ponendo rimedio".

"Per quanto riguarda le scuole, grazie a un finanziamento di 6 milioni di euro, nei prossimi mesi verranno aggiustati, revisionati e installati nuovi montascale, per favorire tutte le persone che hanno difficoltà motorie. Mentre per le strade di nostra competenza abbiamo di recente avviato un Comitato tecnico scientifico che sta elaborando le linee guida che devono aiutare i tecnici nella progettazione delle nostre strade, affinché siano fruibili, di facile accesso per tutti e coordinate sotto il profilo del decoro, evitando che una strada abbia un marciapiede in travertino e l’altro in asfalto, o peggio che siano privi di rampe di accesso per disabili, per fare qualche esempio. E proprio per questo motivo abbiamo chiesto un nuovo finanziamento da dedicare esclusivamente ai marciapiedi”, dichiara l’assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale, Ornella Segnalini.

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