Arriva l’ok del Campidoglio per comprare 199 immobili da Inps: diventeranno nuove case popolari
Roma comprerà 199 case da Inps: è arrivato il via libera dal Campidoglio per l'acquisto di 199 immobili appartenuti ad Inps da destinare all'edilizia residenziale pubblica (Erp). L'operazione confermata dal Campidoglio costerà al Comune 15,6 milioni di euro.
Di queste 199 strutture, 120 sino residenziali, 18 si trovano in categoria C2 (sono, cioè, cantine) e sei in C6 (quella in cui figurano garage e posti auto). Si trovano tutte nelle zone di Magliana, Torrino e Don Bosco. In particolare, sono situate in via Drangoncello, via Petra, via Impruneta, via Flavio Stilicone, via Calpurnio Fiamma, via Ponzio Comino, via Lucio Mummio.
Oltre ai 25 voti favorevoli, però, si sono registrati anche cinque contrati (dai consiglieri di Italia Viva, Forza Italia – Udc, Azione e Lega) e quattro astenuti (da Fratelli d'Italia e Lista Civica Raggi).
La reazione dell'assessore Zevi
Non ha tardato ad arrivare il commento dell'assessore al Patrimonio e alle Politiche Abitative Tobia Zevi: "Dopo decenni, finalmente Roma torna ad investire su nuove case popolari e lo fa in modo innovativo rispetto al passato: anziché costruire, le acquista – ha spiegato – Così riusciamo contemporaneamente a far stare senza un tetto il numero minore di cittadini possibile e a rispettare lo zero consumo di suolo: sono orgoglioso che insieme alla maggioranza abbiamo trovato una soluzione per 120 famiglie romane che altrimenti non avrebbero avuto un'abitazione".
Non sono mancate, però, le risposte delle opposizioni. Fabrizio Santori (Lega) ha presentato 10mila ordini del giorni inammissibili; Marco Di Stefano (UdC) 16. "Se il consigliere Trombetti ha visto cinque appartamenti, possiamo fidarci", ha ironizzato proprio Di Stefano facendo riferimento al presidente della commissione capitolina Patrimonio prima di avanzare dei dubbi sull'accessibilità, l'agibilità, la conformità degli allacci e delle norme antisismiche che potrebbero garantire uno sconto sul prezzo.
Nel corso della discussione, spesso i consiglieri si sono focalizzati sulle case occupate una decina sui 199 complessivi: le opposizioni hanno chiesti, a più riprese, di effettuare l'acquisto solo dopo gli sgomberi.