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Arriva la pioggia, ma dura poco: perché l’anticiclone africano potrebbe tornare pure a novembre

“Anticiclone addio per quest’anno? Nel weekend arriverà una perturbazione, ma non è detto che l’anticiclone africano non ritorni, assolutamente”, ha spiegato a Fanpage.it il climatologo Antonello Pasini, ricercatore del Cnr e docente di Fisica del Clima all’Università Roma Tre.
A cura di Enrico Tata
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Un settembre di caldo eccezionale, un'estate record a Roma, in Italia e in generale in tutto il mondo. L'anticiclone africano che ancora non ci abbandona neanche a metà ottobre. Sarà sempre così, nei prossimi anni? Lo abbiamo chiesto al climatologo Antonello Pasini, ricercatore del Cnr e docente di Fisica del Clima all'Università Roma Tre.

Il riscaldamento globale di origine antropica, cioè causato dalle attività dell'essere umano, soprattutto nell'area del Mediterraneo ha modificato non soltanto la temperatura media, ma anche la circolazione dell'aria.

Fino a qualche decennio fa era sempre da Ovest a Est, che portava perturbazioni o l'anticiclone delle Azzorre in estate. Adesso, sempre più spesso, la circolazione si mette da Sud a Nord e da Nord a Sud. E allora arrivano questi anticicloni africani, che ovviamente sono molto più potenti dell'anticiclone delle Azzorre. Portano un caldo maggiore e si estendono anche di più nel corso dei sei mesi caldi rispetto all'anticiclone delle Azzorre, che a metà agosto se ne andava e lasciava le porte aperte a temporali e perturbazioni.

Cosa determinano questi anticicloni africani?

Il problema degli anticicloni africani è che non hanno la forza di rimanere sempre su di noi: da una parte questo è positivo, altrimenti avremmo sempre temperature africane. D'altro canto, quando si ritirano lasciano spazio a correnti più fresche che determinano un contrasto termico molto forte dovuto all'aria calda preesistente, al suolo caldo e al mar Mediterraneo surriscaldato.

Un mare molto caldo evapora di più e le molecole di vapore acqueo sono i mattoni con cui si costruiscono le nubi. C'è più materiale per formare le nubi e, quindi, anche la pioggia che cade dalle nuvole. L'altro fattore consiste nel fatto che il mare caldo rilascia calore all'atmosfera. Ma sappiamo che il calore è una forma di energia e quest'energia l'atmosfera non può tenerla incamerata molto a lungo. Anzi, molto presto la scarica sui territori sottostanti, con piogge violente e venti molto forti.

L'anticiclone africano lascerà spazio alle piogge la prossima settimana. Potrebbero verificarsi eventi estremi?

Nel momento in cui questo anticiclone cederà, e sembra che ciò avverrà al Nord in questo fine settimana e al Centro-Sud tra domenica e lunedì, arriveranno correnti più fresche. Non ci sarà un enorme contrasto termico, ma in queste condizioni di Mediterraneo surriscaldato basta veramente poco per creare precipitazioni davvero intense. Potrebbero quindi versificarsi estremi. La prima parte della precipitazione colpirà il Nord dell'Adriatico, ma tra martedì e mercoledì ne arriverà una più profonda e allora lì potrebbero esserci problemi più grandi. 

Però possiamo dire che per quest'anno non rivedremo più l'anticiclone africano…

Ah non è detto, assolutamente. Le previsioni stagionali mostrano un autunno abbastanza caldo, misto ad acqua. Ma non ci giurerei affatto che non torni più l'anticiclone africano. Anzi, in teoria potrebbe tornare anche a novembre. Il problema però è questo: l'autunno è la stagione più piovosa dell'anno e se cominciamo ad andare in crisi idrica adesso, sono guai per l'inverno e per l'estate prossima. Dobbiamo cominciare ad accumulare acqua per non andare in crisi idrica la prossima estate.

Quali considerazioni possiamo fare a livello globale su questi record di caldo che abbiamo battuto in questi mesi estivi?

Possiamo dire è che a livello globale l'estate 2023 è stata di o,3 gradi più calda dell'ultima estate più calda precedente. Settembre addirittura 0,5 gradi in più del settembre più caldo precedente. Questo è dovuto alle nostre emissioni di gas serra combinate a dei cicli naturali che adesso stanno andando nella loro fase positiva. Ad esempio El Nino, questo riscaldamento molto forte dell'oceano Pacifico. Decennio per decennio, gli anni più caldi sono tutti quelli con El Nino, perché ha un influsso notevole. Quindi da un lato c'è la tendenza all'aumento dovuta alle nostre azioni e dall'altra ci sono queste oscillazioni che quando entrano in fase positiva creano degli anni record. In questo senso il 2024 potrebbe essere ancora più caldo del 2023.

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