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Arriva la conferma: l’ex ministro Roberto Gualtieri studia da sindaco di Roma

“Bibliografia per un amico”. Con questo messaggio il braccio destro di Roberto Gualtieri, il parlamentare dem Claudio Mancini, ha pubblicato una foto su Facebook con libri che parlano della capitale. Ora è ufficiale: l’ex ministro del Governo Conte studia da sindaco di Roma. Rimane il nodo delle primarie e del rapporto con il M5S.
A cura di Valerio Renzi
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Un post su Facebook che vale quasi come una dichiarazione ufficiale: Roberto Gualtieri studia da candidato sindaco di Roma. Claudio Mancini, braccio destro dell'ex ministro dell'Economia, ha pubblicato questo mattina una foto di libri che parlano della capitale. In primo piano "Roma come se" di Walter Tocci, dietro si intravedono l'ultimo libro di Francesco Rutelli e il numero di The Passenger dedicato alla città. L'immagine è accompagnata da parole inequivocabili: "Bibliografia per un amico".

Ancora non è ufficiale, ma il professore di Storia prestato alla politica, arrivato dall'Europarlamento di Bruxelles al governo Conte, è pronto a correre per il Campidoglio. Una sfida non troppa ambita e scansata dai big del Partito Democratico. Sono lontani i tempi in cui la poltrona di sindaco di Roma era l'anticamera per la leadership nazionale e incarichi di Governo. Oggi chi si trova a vincere nella capitale deve affrontare una sfida di proporzioni titaniche, rispetto alla quale non c'è mediazione: o si vince, rilanciando la capitale e il ruolo in Italia e nel mondo, migliorando la qualità della vita dei cittadini a cominciare dai trasporti e i rifiuti, o si rimane incastrati nelle sabbie mobili, diventando il bersaglio di media e avversari.

Dirigente di partito e studioso disciplinato, Gualtieri potrebbe essere l'uomo giusto al momento giusto: ha accumulato una discreta quantità di visibilità e gradimento nel suoi panni di ministro, pacato ma deciso nei momenti importanti, può aggregare una coalizione ampia attorno a sé, e anche Carlo Calenda potrebbe vedersi costretto a fare un passo indietro di fronte alla sua scelta di correre. E anche il Movimento 5 Stelle, almeno al secondo turno, avrebbe difficoltà a non indicare una preferenza nei confronti dell'ex ministro di Conte.

Rimane il nodo delle primarie: la preferenza del Partito Democratico sarebbe quella di investire il candidato del suo ruolo senza consultazioni ai gazebo, ma la sinistra e il mondo civico potrebbero puntare i piedi. Anche se la certezza di non trovarsi con un big del PD con cui fare i conti e non con Carlo Calenda candidato in pectore, potrebbe infine rassicurare molti da accettare un tavolo sul programma bypassando le primarie.

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