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Arresti per abusi su anziani ad Ardea: in carcere Maricetta Tirrito, impegnata nella lotta alla mafia

Arrestata e in carcere Maricetta Tirrito, presidente dell’associazione “Laboratorio Una Donna” e attiva nella lotta alla violenza sulle donne. Insieme a lei nell’inchiesta sono finite altre quattro persone, tra le quali anche un medico.
A cura di Alessia Rabbai
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Maricetta Tirrito
Maricetta Tirrito

Omicidio con dolo eventuale, circonvenzione d’incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale, aggravati dall’aver commesso il fatto per conseguire il profitto delle condotte delittuose consumate. Gli agenti della Polizia di Stato nella mattinata di martedì 12 dicembre hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di cinque persone, quattro donne e un uomo. Due sono finite in carcere, una ai domiciliari e una è destinata all'obbligo di firma e dell’interdizione per un anno dalla professione medica. L'uomo è stato invece sottoposto ai domiciliari. Il provvedimento arriva a seguito della disposizione del giudice delle indagini preliminari del Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Velletri.

Tra le indagate finite in carcere c'è Maricetta Tirrito, presidente dell’associazione ‘Laboratorio Una Donna' e attiva nella lotta alla violenza sulle donne e alla mafia. Di recente aveva denunciato un possibile attentato contro un sacerdote da parte di organizzazioni criminali. Il gip ha inoltre disposto nei suopi confronti il sequestro preventivo di circa 385mila euro.

Le indagini sono partite dalla segnalazione di alcuni conoscenti delle vittime. Dagli accertamenti fatti dalla Polizia di Stato con il Commissariato di Anzio e Nettuno coordinati dalla Procura è emerso che la donna si sarebbe appropriata del patrimonio, economico ed immobiliare di anziani che erano affetti da gravi patologie psico-fisiche e che si trovavano in una residenza sanitaria assistenziale in realtà priva di autorizzazione nella zona di Ardea. Soldi e case di cui si sarebbe impossessata. Dalle indagini sono inoltre emersi degli indizi su altre quattro persone, tra cui un medico, che hanno collaborato con l’indagata, facendo in modo che gli anziani vittime dei presunti raggiri le facessero atti di disposizione patrimoniale, con la sottoscrizione di carte prepagate, dove andavano a finire le loro pensioni che lei di fatto gestiva.

In un caso le indagini hanno portato ad accertare che un medico complice ha fatto una certificazione falsa ad un uomo con più di ottantacinque anni, dichiarandolo incapace d'intendere e di volere. In questo modo la principale indagata avrebbe ottenuto una casa molto costosa ad Anzio.

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