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Arrestato il boss della ‘ndrangheta Antonio Gallace: era nascosto in un vano ricavato dall’armadio

Antonio Gallace, uno degli esponenti più autorevoli del clan ‘ndranghetista dei Gallace, è stato arrestato questa mattina dopo due anni di latitanza. Si nascondeva a casa della moglie a Nettuno.
A cura di Natascia Grbic
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È stato arrestato questa notte a Nettuno Antonio Gallace, il 59enne esponente della cosca omonima di Guardavalle operativa da anni sul litorale romano e latitante dal 2020. L'uomo, che deve scontare quasi ventuno anni di reclusione, si nascondeva in un vano ricavato da un armadio nella casa della moglie.

L'arresto del latitante Antonio Gallace

Ad arrestare Antonio Gallace, condannato per associazione mafiosa, associazione per il traffico di stupefacenti e altro, sono stati i carabinieri del Ros insieme allo Squadrone elitrasportato Cacciatori Calabria e alle Aliquote di Pronto Intervento del Comando Provinciale di Roma. Aveva fatto perdere le sue tracce dal 25 novembre 2020, da quando la Cassazione aveva confermata in terzo grado la condanna a più di vent'anni di reclusione.

Gallace è stato condannato in seguito all'indagine ‘Appia', condotta tra il 1997 e il 1999. Secondo quanto emerso, la cosca Gallace si era resa autonoma dalla ‘ndrangheta che operava invece a Guardavalle, in provincia di Catanzaro, ma ne rimaneva comunque dipendente a livello strutturale. Sempre lo scorso ottobre 2021 è stato arrestato Cosimo Damiano Gallace, il fratello di Antonio, anche lui latitante.

L'operazione Tritone sulla ‘ndrangheta a Nettuno

Una cosca, quella dei Gallace, che operava da anni a Nettuno. Decine di arresti sono stati effettuati dai carabinieri il 17 febbraio nei confronti di persone ritenute appartenenti ai clan ‘ndranghetisti. Una delle ipotesi è che vi fossero infiltrazioni mafiose anche all'interno del comune, cosa che ha portato a un vero e proprio terremoto all'interno del consiglio. Nessun politico, va ribadito, a oggi risulta indagato. Tra gli arrestati, anche due carabinieri in servizio presso caserme del territorio, accusati di aver rivelato informazioni utili per agevolare gli affari illeciti.

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