Arrestato a Dubai Dorian Petoku, braccio destro di Piscitelli: era evaso a dicembre 2023
È stato arrestato a Dubai Dorian Petoku, narcos albanese e braccio destro di Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli, ucciso a Roma nel parco degli Acquedotti il 7 agosto 2019. Petoku, condannato nell'ambito del processo ‘Grande Raccordo Criminale', era fuggito a dicembre 2023 da una comunità di recupero a Nola, dove era stato trasferito nonostante il parere contrario dell'autorità giudiziaria. Petoku è stato arrestato dalla Guardia di Finanza su delega della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con il supporto dell'Ufficiale del Corpo Esperto di Sicurezza presso l'Ambasciata d'Italia negli Emirati Arabi Uniti. Nonostante Dorian Petoku fosse fuggito all'estero, le fiamme gialle conoscevano gli spostamenti del narcotrafficante, che hanno condiviso con la polizia di Dubai per facilitare la cattura. Al termine dell'iter di estradizione, l'uomo sarà portato in Italia, dove sconterà il resto della pena.
Dorian Petoku è considerato uno degli uomini di punta del narcotraffico a Roma. Arrestato nell'ambito maxi inchiesta della Dda di Roma ‘Grande Raccordo Criminale' insieme ad altre quaranta persone, Petoku era stato condannato in primo grado a dodici anni di reclusione, ridotti a dieci nel processo di appello. Secondo quanto emerso dalle indagini, Petoku avrebbe fatto parte della batteria di picchiatori albanesi (molti dei quali ex pugili) di cui Diabolik si avvaleva per il cosiddetto ‘recupero crediti', ossia i soldi dovuti dai debitori per il traffico di droga. La banda, prima di essere smantellata dalla Dda, aveva in mano gran parte del narcotraffico romano. Con l'omicidio di Diabolik prima, e i numerosi arresti effettuati dopo, questa è stata praticamente spazzata via. Un'organizzazione talmente grossa e radicata che, secondo gli inquirenti,non aveva nemmeno bisogno dell'aiuto della mafia per comandare a Roma.
Ma Petoku non è solo un picchiatore, membro della famigerata ‘batteria di Ponte Milvio'. È una persona radicata nel narcotraffico, con importanti legami con la criminalità albanese e romana. Cugino di Arben Zogu, detto ‘Riccardino', uno dei boss della mala capitolina, ha iniziato a muovere prestissimo i primi passi nel mondo della droga. E sempre da questa droga, secondo un certificato medico rilasciato in Albania durante gli anni della sua detenzione, era dipendente. È stato grazie a questo documento che è riuscito a farsi trasferire in una comunità di recupero, nonostante il parere contrario dei magistrati. Subito dopo è riuscito a fuggire, sfruttando la sua rete di conoscenze e contatti nel mondo criminale.