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La strage di Ardea: uccisi due bimbi e un anziano

Ardea, il testimone: “Ho visto il killer dopo la strage, fermo davanti casa come se nulla fosse”

“Ci siamo guardati e ho pensato ‘è quello dell’altra volta’, perché qualche giorno fa avevamo avuto una discussione. Qualche secondo e abbiamo cominciato a sentire le sirene”. Roberto è arrivato sul posto cinque minuti dopo la strage compiuta da Andrea Pignani: ha incrociato il suo sguardo davanti la sua abitazione, poi al suono delle sirene il killer è entrato in casa.
A cura di Natascia Grbic
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A sinistra il testimone, a destra Andrea Pignani
A sinistra il testimone, a destra Andrea Pignani
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"Era strano ma non avevo mai pensato potesse essere pericoloso. Era un ragazzo timido, con gli occhiali, sempre con lo zainetto, il classico tipo a cui non presti attenzione. Non si vedeva quasi mai, tranne ogni tanto quando usciva di casa per fare una passeggiata". Andrea Pignani è l'ingegnere informatico di 34 anni che ieri è diventato noto a tutti come ‘il killer di Ardea‘. Un ragazzo con un forte disagio psichico, già sottoposto a tso per aver aggredito la madre con un coltello, e che ieri ha impugnato la pistola del padre per uccidere i fratellini Daniel e David Fusinato, e il 74enne Salvatore Ranieri. Roberto è stato probabilmente l'ultima persona ad averlo visto in vita: arrivato cinque minuti dopo la strage, ha visto Pignani fermo davanti la porta della sua abitazione. Immobile, come se nulla fosse accaduto. "Ci siamo guardati e ho pensato ‘è quello dell'altra volta', perché qualche giorno fa avevamo avuto una discussione. Non mi ero accorto che aveva una pistola in mano. Qualche secondo e abbiamo cominciato a sentire le sirene".

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Il killer entrato in casa al suono delle sirene

Roberto non sapeva ancora cosa fosse accaduto. Mentre passeggiava ha visto una persona a bordo di una macchina grigia che ha iniziato a gesticolare, facendogli segno di non proseguire in quella direzione, ossia verso il killer. Lui non ci ha fatto caso e ha continuato a camminare. "Mi si è avvicinata una macchina chiedendomi se avevo visto una persona con uno zainetto. Gli ho detto di sì e mi sono girato per indicargli il ragazzo, ma era già entrato in casa. Credo lo abbia fatto non appena ha sentito le sirene". Andrea Pignani non uscirà vivo da quella casa: per ore i carabinieri hanno provato a convincerlo a posare la pistola e consegnarsi, ma non c'è stato nulla da fare. Il 34enne si è ucciso nella camera da letto con la stessa arma usata contro i bimbi e il signore che ha provato a salvarli. Un gesto per il quale non c'è ancora nessuna spiegazione.

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Strage di Ardea: non ci sono denunce contro Pignani

"Non l'ho mai visto sparare in aria, se l'abbia fatto da altre parti non so, ma qui non mi sembra sia successo – continua Roberto – Non mi era mai sembrato pericoloso, altrimenti non ci sarei mai andato a discutere a brutto muso. Qualche tempo fa abbiamo avuto un alterco perché seguiva me e mia moglie, allora gli ho chiesto duramente cosa volesse. Mi ha risposto in modo strano, un po' minaccioso, dicendo ‘io abito qui, devi stare calmo, quindi stai attento a come parli'. Mia moglie si è accorta che aveva dei problemi, quindi mi ha tirato via dicendo di lasciare stare". Nessuno, a Colle Romito, aveva mai sporto denuncia contro il ragazzo. Lo ha confermato anche il Colonnello Michele Roberti, Comandante del Reparto operativo del Comando provinciale di Roma, specificando inoltre che non esiste nessun rapporto o legame pregresso tra il padre dei bambini e l'aggressore.

Intervista di Simona Berterame

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