video suggerito
video suggerito

Archiviato il procedimento sui feti sepolti con il nome delle donne: “Giustizia negata”

Secondo il tribunale che ha archiviato il procedimento per i feti sepolti con il nome delle donne al cimitero Flaminio, non ci sarebbe stato da parte degli imputati il dolo a ledere la loro privacy.
A cura di Alessia Rabbai
53 CONDIVISIONI
Immagine

Il tribunale di Roma ha archiviato il procedimento penale nato dall'esposto dell'associazione Differenza Donna in merito alle sepolture dei feti abortiti nel cimitero Flaminio-Prima Porta. Il giudice delle indagini preliminari ha confermato che aver inserito il nome delle donne sulle targhette delle croci che sovrastano le sepolture dei feti abortiti è oggettivamente un comportamente contro legge, ma che non sussiste il dolo, ossia la chiara ed esplicita volontà da parte degli ospedali dai quali provenivano i feti, di violare la privacy delle donne. Secondo il tribunale dunque gli indagati si sarebbero trovati ad operare in un contesto poco chiaro a livello di normativa.

Feti sepolti con il nome delle donne e senza il loro consenso

La dolorosa vicenda dei feti sepolti con il nome delle donne e senza il loro consenso è emersa a settembre 2020, quando una cittadina recandosi nel cimitero di Prima Porta ha visto una croce con una targhetta. Aveva abortito, ma il feto era stato sepolto senza il suo consenso e con il suo nome e cognome. Una violenza per le donne che, nonostante la legge 194, davanti ad episodi come questi si trovano ad essere colpevolizzate e stigmatizzate per scelte che riguardano se stesse e il proprio corpo. Con la prima denuncia nelle settimane successive sono decine le donne che hanno scoperto che anche i loro nomi comparivano sulle croci del cimitero e che ci fossero sepolture senza che ne fossero a consocenza. Differenza Donna le ha accompagnate e sostenute nel percorso legale.

Differenza Donna: "Continueremo ad assistere le vittime di questa violenza"

A commentare la decisione del tribuinale di Roma Differenza Donna: “L'associazione sostiene le donne che hanno denunciato per le violazioni subite nei cimiteri dei feti, le loro narrazioni non possono non essere ascoltate e di conseguenza non riteniamo possibile non indagare per trovare chi ne è responsabile – spiega la presidente Elisa Ercoli – Come associazione abbiamo denunciato pubblicamente e con forza questa pratica, recandoci al cimitero dei feti a Roma richiamando l'attenzione (e l'incredulità) di moltissimi media stranieri. Continueremo ad assistere le donne vittime di questa inaccettabile violenza, coinvolgendo in questa battaglia comune tutta la rete che con noi opera per il contrasto alla violenza: esigiamo sia fatta chiarezza su fatti gravi che violano i diritti e la libertà delle donne.”

53 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views