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Arbitro espelle un calciatore, il padre invade il campo e lo prende a calci e pugni

È culminata con un’aggressione all’arbitro una partita di calcio a cinque a Latina. Il padre di un giocatore espulso ha invaso il campo e lo ha picchiato, minacciandolo di morte.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Violenza durante la partita di calcio a cinque a Latina, dove il padre di un giocatore ha invaso il campo, ha picchiato l'arbitro e lo ha minacciato di morte. Nei confronti dell'uomo mercoledì scorso la Questura su proposta dei carabinieri ha emesso il daspo, un provvedimento secondo il quale non potrà partecipare ai match del figlio per un anno. Ora è indagato in stato di libertà dalla Procura di Latina. I fatti sono avvenuti nei giorni scorsi davanti agli occhi degli altri atleti, di parenti e amici, che erano in tribuna.

Secondo quanto è emerso la partita era in corso quando l'arbitro per motivi non noti ha espulso il ragazzo. Suo padre, che stava assistendo alla competizione sportiva, non ha accettato il cartellino rosso, è entrato all'interno del campo e ha aggredito l'arbitro, prendendolo a calci e a pugni. Lui è riuscito a divincolarsi ed è scappato, mentre i presenti hanno cercato con difficoltà di trattenere il genitore, ha lasciato il campo e si è chiuso a chiave dentro l'auto. L'uomo lo ha seguito e ha continuato ad inveire contro di lui, minacciandolo di morte. L'incontro successivo ha dovuto arbitrarlo da seduto, a causa delle percosse ricevute.

"Il divieto scaturiva dall’atteggiamento tenuto dal padre di uno dei giocatori di una squadra di calcio a cinque, impegnata in una partita con un’altra compagine, il quale, evidentemente contrariato dalla decisione dell’arbitro che aveva espulso il figlio, entrava nel campo da gioco ed aggrediva con calci e pugni il giudice di gara – c'è scritto nel testo del provvedimento – Nel mentre veniva trattenuto a stento dai calciatori presenti, l'arbitro riusciva a rifugiarsi nella propria autovettura, dove cercava di chiamare le Forze dell’Ordine, ma veniva comunque raggiunto dall’uomo, che lo minacciava di morte. Solo a fatica i presenti riuscivano ad accompagnarlo fuori dal centro sportivo, mentre il giudice di gara era costretto ad arbitrare l'incontro successivo seduto su di una sedia, a seguito dei colpi ricevuti".

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