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Antifascismo e resistenza nello statuto della Regione Lazio: la proposta del Pd

Intervista a Eleonora Mattia, consigliera regionale Pd, che ha proposto di modificare lo statuto della Regione Lazio: “Tutelare i valori fondanti della nostra democrazia, come Resistenza e antifascismo, è necessario sempre. Ma lo è ancora di più in quei momenti storici, come quello che stiamo vivendo ora”.
A cura di Enrico Tata
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Eleonora Mattia, consigliera regionale PD, presidente del Comitato Regionale di Controllo Contabile e Vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali e Statutari del Lazio, ha presentato una proposta di legge per modificare lo statuto della Regione Lazio e inserire il riferimento alla Resistenza e al valore dell'antifascismo.

Perché è necessario farlo ora?

Rinsaldare e tutelare i valori fondanti della nostra democrazia, quali appunto la Resistenza e l’antifascismo, è necessario sempre. Ma lo è ancora di più in quei momenti storici, come quello che stiamo vivendo ora, in cui questi valori non sono più considerati, percepiti e restituiti alla società e all’opinione pubblica come degli assunti acquisiti della nostra Storia. Uno svilimento ancor più grave se a metterlo in atto sono pezzi delle Istituzioni ed esponenti di Governo che, in quanto tali, dovrebbero invece esserne per primi i custodi. D’altronde, come Regione Lazio possiamo contribuire in tal senso visto che le Regioni sono anche assemblee legislative, e non meramente amministrative, e possono quindi arricchire il proprio Statuto con quelle stesse radici antifasciste da cui è nata la Costituzione.

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In effetti negli statuti delle altre regioni questo riferimento c'è. Nel 2022 

questa modifica è stata approvata all'unanimità in Toscana. Si può fare anche nel Lazio?

Spero proprio di sì. Ho presentato la proposta di legge, che mi auguro sia calendarizzata dagli uffici competenti, discussa e approvata in Aula al più presto da tutte le forze politiche del Consiglio regionale.

C'è ancora un pericolo ‘fascismo' nel Lazio e in generale in Italia?

La questione non è il pericolo del ‘fascismo’, come negli anni ’20, ma difendere e tenere vivi i valori della Costituzione coltivando la memoria della Resistenza contro la violenza nazifascista proprio per prevenire qualunque deriva autoritaria e nutrire, nella società come nelle Istituzioni, quegli anticorpi contro una certa cultura della violenza, anche a sfondo discriminatorio e classista, che garantiscono la buona salute della democrazia. Purtroppo alcuni recenti episodi di cronaca e diverse dichiarazioni inopportune di esponenti del Governo nazionale e regionale ci confermano che questa necessità non solo è reale ma è anche molto urgente.

Mi riferisco ad esempio al presidente del Senato, La Russa, secondo cui “nella Costituzione non c'è alcun riferimento all'antifascismo” e che poi a proposito dell’attentato partigiano di Via Rasella, ha detto che “quelli uccisi furono una banda musicale di semi-pensionati e non nazisti delle SS”. E ancora: il ministro dell’Agricoltura, Lollobrigida, che, non contento dello scivolone dell’espressione “sostituzione etnica”, a proposito di denatalità, ha poi insistito parlando di “etnia italiana”. Lo stesso Lollobrigida, che anni fa in qualità di assessore regionale del Lazio, presenziò all’inaugurazione del sacrario dedicato a Rodolfo Graziani, ministro della Repubblica di Salò.

Perché, tuttavia, queste modifiche non sono state votate quando la maggioranza era di centrosinistra?

La precedente legislatura è stata caratterizzata dalla pandemia e dalle relative emergenze economiche e sociali che ben conosciamo. Abbiamo iniziato il percorso della proposta di legge ma non ci sono stati i tempi per portarla in aula. Un lavoro interrotto che va perfezionato al più presto. Ora più che mai.

Il presidente Rocca ha parlato di "antifascismo fascista". Come giudica queste parole?

Un’invenzione revisionista. Un paradosso che mi pare strumentale, più utile a deviare la discussione che a prendere di petto il problema con azioni concrete. Rocca potrebbe iniziare ad esempio rimuovendo Marcello De Angelis come capo della comunicazione della Regione Lazio, già membro del direttivo nazionale del movimento neofascista eversivo “Terza Posizione”, così come chiesto dalla petizione che come PD del Lazio abbiamo lanciato su change.org.

Il consigliere Crea, Lista Civica Rocca, l'accusa di essere rimasta al secolo scorso. Dice: "Sinceramente pensavo che il tema fascismo e antifascismo non rappresentasse più un argomento di attualità, salvo poi constatare che l'argomento torni di moda periodicamente, generalmente in campagna elettorale, un po' prima le elezioni e molto dopo". Come risponde?

Il tema dell'antifascismo è tanto attuale quanto la nostra Costituzione. Forse il tema della memoria è reso così urgente anche dal fatto che molti al Governo hanno le idee un po’ confuse al riguardo.

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