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Animalisti ai Capitolini si incollano sotto a Marco Aurelio a cavallo: “Simbolo di oppressione”

Gli attivisti di Ribellione Animale si sono incollati al basamento della statua equestre di Marco Aurelio ai Musei Capitolini di Roma. La protesta per dire basta a circhi con animali e allevamenti.
A cura di Alessia Rabbai
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Una protesta "per cercare di salvare gli animali e il pianeta" quella che rivendicano gli attivisti di Ribellione Animale, che stamattina, venerdì 8 febbraio, hanno fatto un'azione ai Musei Capitolini di Roma, davanti agli occhi di romani, turisti e personale di turno. Tre ragazzi, tra i quali l'influencer vegana Maria Sofia Federico hanno manifestato contro i circhi con animali e gli allevamenti. Due attivisti hanno cosparso di finte ragnatele viola la statua di Marco Aurelio a cavallo e hanno incollato le loro mani sul basamento. "Questa statua è il simbolo dell'antropocentrismo e dell'oppressione, del fatto che vediamo gli animali come degli oggetti – è il messaggio ad alta voce – gli altri animali sono degni di vivere come noi. Non dobbiamo cavalcarli, non dobbiamo sfruttarli, né usarli per i nostri fini".

Finte ragnatele viola sulla statua di Marco Aurelio a cavallo
Finte ragnatele viola sulla statua di Marco Aurelio a cavallo

Cosa chiedono gli animalisti che hanno protestato ai Musei Capitolini

La richiesta degli animalisti al Governo italiano è di porre fine ai circhi con gli animali su tutto il territorio nazionale, con l'emanazione di un decreto legislativo che attui il comma 1 dell'articolo 2 della legge n.106/2022. La legge n.106 del 2022 è stata già approvata dal Parlamento ed è in vigore, ma non la sta rendendo effettiva. Ribellione Animale chiede anche che gli animali usati per le esibizioni nei circhi italiani vengano liberati, reinseriti nel loro habitat naturale se possibile, oppure che trasferiti nei santuari per animali esotici con spazi adatti a loro.

"Nuda per dire basta a circhi e allevamenti"

"Ce la prendiamo con dei monumenti non per danneggiarli, ma per mostrare come la celebrazione antropocentrica inscritta in essi è ancora accettata nel presente – dice Maria Sofia – ora come un tempo è considerato normale usare gli individui non umani per gli interessi della nostra specie, rendendoli prodotti di intrattenimento ed uccidendoli per un consumo alimentare violento, ingiusto ed insostenibile. La zootecnia è tra le principali responsabili della crisi ecoclimatica; continuando così non avremo neanche un futuro sul nostro pianeta".

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Accanto agli attivisti incollati alla statua equestre di Marco Aurelio c'è l'influencer vegana e personaggio televisivo che ha partecipato alla fiction Rai "Il Collegio" ed allieva di Rocco Siffredi. In prima linea nella battaglia per i diritti degli animali, Maria Sofia Federico si è spogliata ed ha esposto il suo corpo nudo con le scritte ‘Milk is murder, il latte uccide'. "Spogliarsi era necessario perché le violenze che quotidianamente subiscono gli animali sono invisibilizzate, le loro sofferenze sono silenziate – spiega – Anche dietro il latte c'è sfruttamento, c'è abuso, perché le mucche sono mammiferi, per produrlo devono essere gravide e vengono ingravidate artificialmente e fatte partorire fino allo sfinimento. Gli viene tolto il vitello e il latte viene portato via per essere consumato da noi, l'unica specie che lo beve di un'altra e che continua a berlo anche da adulta. Espongo il mio corpo e la mia fragilità per mostrare le violenze che vengono fatte sui corpi degli animali".

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