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Angelo morto a 17 anni sulla Migliara: automobilista a processo per omicidio stradale

Il gup ha rinviato a giudizio il conducente del Fiat Doblò che si è scontrato contro l’auto in cui viaggiava il 17enne Angelo Mattoccia. Ora dovrà rispondere di omicidio stradale.
A cura di Alessia Rabbai
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Il conducente del furgone Fiat Doblò rimasto coinvolto nell'incidente stradale in cui Angelo Mattoccia è morto a diciassette anni è finito a processo per omicidio stradale. Il giudice dell'udienza preliminare a stabilito il rinvio a giudizio e ora il quarantaseienne dovrà risponedere delle accuse a proprio carico. Il processo inizierà il prossimo giugno.

L'incidente in cui è morto Angelo Mattoccia

L'incidente stradale in cui ha perso la vita a diciassette anni Angelo si è verificato il 22 ottobre del 2020 sulla strada provinciale Migliara 53. Secondo quanto ricostruito in sede d'indagine il ragazzo era su un'auto Fiat 600 guidata da un amico e i due stavano viaggiando verso via Pontina. Improvvisamente si sono scontrati con il Doblò, che stava percorrendo la strada nel senso di marcia opposto. Un impatto violento nel quale ad avere la peggio è stato purtroppo Angelo, il quale è deceduto praticamente sul colpo a causa delle gravi ferite e traumi riportati. A nulla è servito l'intervento del personale sanitario arrivato sul posto con l'ambulanza e dei vigili del fuoco, che hanno lavorato per estrarre il corpo dalle lamiere.

L'incidente sulla strada Migliara in cui è morto Angelo Mattocci
L'incidente sulla strada Migliara in cui è morto Angelo Mattocci

La mamma di Angelo: "Lotterò fincheé tu abbia giustizia"

Il diciassettenne era originario di Cisterna di Latina e la comunità si è stretta al dolore della famiglia. Ieri la mamma di Angelo ha condiviso un post commentando il rinvio a giudizio: "Ho sempre creduto nella giustizia. Chi ha causato la morte di mio figlio verrà processato per omicidio stradale. Amore di mamma lotterò affinché tu abbia giustizia". Lo scorso giugno ha pubblicato una foto su Facebook, che li immortala insieme, stretti in un abbraccio: "Venti maledetti mesi senza di te – si legge nel post – Quando mio figlio è morto ho pianto con tutta la mia anima. Non ho pianto fisicamente, ho pianto davvero, il modo in cui fa più male, ho pianto senza lacrime".

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