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Covid 19

Andreoni (Tor Vergata): “Da giorni aumentano pazienti Covid in pronto soccorso, tanti sono giovani”

Il professore Massimo Andreoni, Tor Vergata, a Fanpage.it: “Vediamo più giovani in ospedale. La sensazione riferita da tanti colleghi è che in realtà le manifestazioni cliniche dei soggetti giovani siano un po’ più frequenti rispetto a qualche mese fa. Perché ricoveriamo più giovani? Se dovessi dare una risposta, ma è una risposta parzialmente scientifica, è che il virus è leggermente più aggressivo”.
A cura di Enrico Tata
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Nel Lazio crescono i contagi e i ricoveri ospedalieri. Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva è vicino alla soglia critica del 30 per cento e in soli dieci giorni sono aumentati di 50 unità. Il professore Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di Malattie infettive, primario di Malattie Infettive al Policlinico Tor Vergata di Roma, spiega ai microfoni di Fanpage.it: "Noi iniziamo ad avere abbastanza pressione, ma troviamo ancora sulla rete Covid del Lazio disponibilità di sistemare i pazienti. La rete regionale ancora riesce a ricevere pazienti e a smaltirli, sia per le terapie intensive che per i ricoveri ordinari. A Tor Vergata siamo completamente pieni, sia come terapia intensiva Covid che per reparti ordinari. I nostri reparti, tenete conto, si sono molto ridotti rispetto a qualche mese fa: 48 ordinari e 9 in terapia intensiva. Man mano che i contagi sono scesi, negli scorsi mesi abbiamo cercato di riaprire le attività dell'ospedale, abbiamo ripreso con le operazioni chirurgiche e così via… Abbiamo cercato di mantenere i 28 letti di malattie infettive solo per Covid e la pneumologia solo per Covid, riducendo le terapie intensive per permettere di riattivare tutte le attività chirurgiche". Andreoni aggiunge: "Non siamo in criticità, ma c'è un oggettivo aumento di pazienti in pronto soccorso. Da pochi giorni, con l'inizio di questa settimana, si è cominciato a vedere un incremento degli accessi in pronto soccorso. Tenga presente che anche il 118 si muove in funzione di quanti posti ci sono liberi all'interno dell'ospedale e quindi, sapendo che siamo pieni, non ne portano qua tanti".

Allarme varianti: "Potrebbero essere leggermente più aggressive"

Il professore si dice preoccupato, però, di altri due aspetti: la circolazione delle varianti del virus e il fatto che in ospedale ci siano persone più giovani rispetto a quelle di qualche mese fa: "Vediamo più giovani in ospedale. Già qualche effetto della vaccinazione degli ultraottantenni si comincia a vedere, anche se il numero di vaccinazioni è ancora troppo basso per avere effetti rilevanti. D'altra parte, però, la sensazione riferita da tanti colleghi è che in realtà le manifestazioni cliniche dei soggetti giovani siano un po' più frequenti rispetto a qualche mese fa. Perché ricoveriamo più giovani? Se dovessi dare una risposta, ma è una risposta parzialmente scientifica, è che il virus è leggermente più aggressivo, tanto che nei giovani riesce a dare quadri clinici che prima non c'erano. Questa potrebbe essere una spiegazione e cioè che le varianti siano comunque leggermente più patogene rispetto alle altre. Questa variante è leggermente superiore, in termini di capacità di dare malattia, rispetto alle altre che circolavano precedentemente".

Andreoni: "Bisogna ridurre al massimo la circolazione del virus"

Probabilmente da lunedì 15 marzo il Lazio tornerà in zona arancione (forse rafforzata). Per il professore Andreoni "forse in questo momento non dobbiamo solo stare a guardare la numerosità di pazienti ospedalizzati, dei ricoveri in terapia intensiva, dei nuovi casi e l'indice Rt. forse dovremmo iniziare a vedere cosa sta circolando. Noi stiamo sequenziando il virus dei nostri pazienti e certamente stiamo vedendo che ormai c'è una predominanza della variante inglese (ma abbiamo avuto un cluster importante di variante brasiliana). Queste varianti stanno effettivamente girando molto". Il virus, spiega ancora il professore sta mutando ulteriormente e questo potrebbe avere effetti sulla campagna vacinale: "Stiamo vedendo che il virus sta facendo molte ulteriori evoluzioni anche su queste varianti e questo può diventare un argomento da tenere sotto controllo. Più il virus circola, più probabile che esso muti. In questo momento, l'alta capacità mutazionale del virus è un altro elemento da tenere sotto controllo. Questo mescolarsi di mutazioni, questo crearsi di nuove varianti, è un elemento di preoccupazione. Il famoso spauracchio di una variante che si adatti al vaccino c'è: se quella compare annulla tutto quello che stiamo facendo. Nella valutazione di quanto chiudere, non c'è quindi solo la pressione sugli ospedali e la circolazione del virus, ma anche avere presente che virus sta circolando e cercare di impedire che il virus si trasformi troppo. Se è vero, e tutti lo speriamo, che stiamo per avere una campagna di vaccinazione di massa, allora io credo che sia bene arrivare a quella campagna vaccinale in modo più sicuro possibile, riducendo al massimo la circolazione. Se dobbiamo creare agglomerati di migliaia di persone che devono vaccinarsi, e dobbiamo farlo, meglio che tra quelle persone il virus giri il meno possibile".

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