Andrea Gioacchini ucciso mentre accompagnava le figlie a scuola: sull’omicidio l’ombra della camorra
Era il 19 gennaio del 2019. Andrea Gioacchini, 35 anni, stava accompagnando le figlie a scuola, all'asilo ‘Mais e Girasole' di via Castiglion Fibocchi alla Magliana, Roma, quando un uomo in sella ad uno scooter lo ha affiancato e ha sparato un colpo di pistola. Trasferito d'urgenza al pronto soccorso dell'ospedale San Camillo, l'uomo è morto pochi minuti dopo il suo arrivo. La scena è avvenuta in pieno giorno, tra gli sguardi dei passanti e dei genitori che accompagnavano i piccoli a scuola. Pregiudicato, con alle spalle denunce e arresti per usura, rapina, detenzione d'armi, estorsione, lesioni personali, Gioacchini era uscito da pochi giorni dal carcere.
Secondo quanto riporta Camilla Mozzetti su Il Messaggero, l'omicidio del 34enne potrebbe essere maturato in ambienti di camorra, all'interno dei clan che da anni fanno affari a Roma con il traffico di stupefacenti e i prestiti a strozzo. Decisive per le indagini risulterebbero alcune conversazioni decrittate dalle forze dell'ordine. Gli investigatori avrebbero scoperto infatti alcune chat in cui si fa riferimento all'omicidio Gioacchini. Protagonisti Elvis Demce, boss albanese attivo nella Capitale, e Daniele Muscariello, produttore cinematografico ritenuto vicino agli albanesi, ma anche al clan D'Amico-Mazzarella, per cui avrebbe ripulito soldi sporchi. I carabinieri sono entrati in possesso dei dati grazie al server Sky Ecc, dove sono state raccolte le conversazioni dei due che, non sapendo di essere intercettati, parlavano liberamente. In pratica Muscariello e Demce avrebbero chiesto a un poliziotto corrotto se ci fossero indagini a loro carico e hanno scoperto che in effetti il produttore era nel mirino degli inquirenti proprio per l'omicidio alla Magliana. In un'altra conversazione registrata dai carabinieri viene ribadito proprio questo ultimo dettaglio.