Ancora sfregio al Colosseo, una turista incide iniziali: rischia il carcere e 15mila euro di multa
Ancora uno sfregio al Colosseo. Una turista svizzera di 17 anni è stata sorpresa ad incidere le iniziali del suo nome su una parete dell'anfiteatro. A riprenderla con lo smartphone è stata una guida turistica italiana, che subito ha allertato la vigilanza del parco archeologico e i sorveglianti a loro volta hanno chiamato i carabinieri. La ragazza è stata accompagnata al comando di piazza Venezia ed è stata denunciata subito dopo per deturpamento e deterioramento di beni culturali. Dovrà inoltre rispondere dell'accusa di violazione del regolamento di polizia urbana, un documento che vieta di imbrattare, disegnare e incidere sul patrimonio artistico, storico e monumentale della città. Il reato di deturpamento e deterioramento di beni culturali viene punito con la reclusione in carcere da due a cinque anni e con una multa che può arrivare fino a 15mila euro di multa.
Qualche settimana fa un turista ha inciso sul Colosseo con una chiave la scritta ‘Ivan+Hayley 23'. Il ragazzo rischia anche lui il carcere da due a cinque anni e una maximulta da migliaia di euro. Spaventato probabilmente dalle conseguenze del suo gesto, il giovane ha inviato una lettera di scuse alla procura e al sindaco della Capitale:
“Consapevole della gravità del gesto commesso desidero con queste righe rivolgere le mie più sentite e oneste scuse agli italiani e a tutto il mondo per il danno arrecato a un bene che, di fatto, è patrimonio dell’intera umanità”, si legge in un estratto della pentita missiva, all’interno della quale il ragazzo ammette le proprie responsabilità e chiede perdono per l’azione sconsiderata. Scuse che vengono rivolte in particolare al sindaco Roberto Gualtieri e al Campidoglio, ai quali viene riconosciuto il merito di custodire “con dedizione, cura e sacrificio l'inestimabile valore storico e artistico del Colosseo. Ammetto con profondissimo imbarazzo che solo in seguito a quanto incresciosamente accaduto ho appreso dell’antichità del monumento”.