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“Ammazzateli come Cucchi”: le parole che mostrano le violenze quotidiane in caserme e commissariati

“Ammazzateli più che potete, alla Cucchi”, “Li avete sfondati di mazzate?”, “Bisogna squagliarli nell’acido”. Le chat dei carabinieri dopo l’arresto di Natale Hjorte e Elder mostrano come in Italia non si è voluta mai affrontare la mancanza di cultura democratica nelle forze dell’ordine, nonostante i morti, gli abusi e i casi di tortura.
A cura di Valerio Renzi
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Ogni grave episodio con al centro le forze dell'ordine in Italia, dal pestaggio che ha provocato la morte di Federico Aldrovandi all'omicidio di Stefano Cucchi, e poi ovviamente le torture nella caserma di Bolzaneto di Genova così sinistramente simili a quanto accaduto vent'anni dopo nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, hanno visto una costante deresponsabilizzazione degli uomini in divisa. Agenti e militari difesi di fronte anche all'evidenza dallo Stato e dalle gerarchie. Per non parlare della politica, troppo spessa pronta a schierarsi senza se e senza ma dalla parte di chi ha torturato, picchiato e seviziato chi era privato della propria libertà, inerme nelle mani di istituzioni che si vogliono democratiche. Salvo poi chiedere scusa, magari di fronte a una sentenza definitiva, dopo aver insultato e oltraggiato le vittime e i loro familiari, e fare spallucce.

Ogni volta che si è provato a sollevare seriamente il tema della cultura democratica delle forze dell'ordine si è alzato un muro di gomma. Uno, due, tre viva viva Pinochet! Quattro, cinque sei morte agli ebrei" Sette, otto, nove il negretto non commuove! Ecco la sinistra filastrocca cantilenata dagli aguzzini di Bolzaneto. Eppure il sistema non è stato in grado auto riformarsi in nessun modo lungo questi vent'anni. Ma d'altronde con un parlamento che ha paura di approvare una vera legge sul reato di tortura e sui numeri identificativi su divise e caschi degli agenti, perché sarebbe dovuto accadere?

Per questa ragione i messaggi nelle chat tra carabinieri emersi nel procedimento sul trattamento dopo l'arresto di Natale Hjorth, uno dei imputati per l'omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega le cui foto bendato in caserma furono diffuse proprio dai militari presenti, colpiscono nella loro violenza ma non stupiscono.

"Ammazzateli più che potete, alla Cucchi"

"Non mi venite a dire arrestiamoli e basta! Devono prendere le mazzate. Bisogna chiuderli in una stanza e ammazzarli (…) ‘sti soggetti sono come le bestie"

"Li avete sfondati di mazzate?

"Bisogna squagliarli nell’acido"

Abitudine alla violenza su soggetti inermi e a pestaggi punitivi, abusi come norma. Ecco quello che si scorge in quella chat arrivata in tribunale a fronte di un caso eclatante. Parole che fanno scorgere quello che avviene nel buio di commissariati, caserme, carceri lontano da sguardi indiscreti.

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Giornalista pubblicista e capo area della cronaca romana di Fanpage.it. Prima di arrivare a Fanpage.it ho collaborato su il manifesto, MicroMega, Europa, l'Espresso, il Fatto Quotidiano. Oltre che di fatti e politica romana mi occupo di culture di destra e neofascismi. Ho scritto per i tipi di Edizione Alegre "La politica della ruspa. La Lega di Salvini e le nuove destre europee" (2015) e per Fandango Libri "Fascismo Mainstream" (2021).
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