Amiche 20enni violentate la notte di Natale: “Li supplicavamo di smettere, non ci hanno ascoltato”
Due amiche avevano deciso di trascorrere la notte di Natale in un locale del centro di Roma: musica e balli fino al mattino, poi l'inizio di un incubo, concluso col presunto stupro di gruppo di cui sono accusati due ragazzi della Capitale. Due settimane dopo i fatti, la denuncia da parte delle amiche, che martedì scorso 26 settembre come riporta Il Corriere della Sera hanno ricostruito quanto accaduto davanti ai giudici del Tribunale di Roma.
L'incontro in un locale al centro a Roma
Tutto comincia nella notte a cavallo tra il 25 e il 26 dicembre 2022 quando le due amiche, entrambe ventenni, scelgono di andare a ballare al Toy Room, in pieno centro nei pressi di piazza Barberini. Qui incontrano Omar Selim, 27 anni, che una delle due già conosceva dopo essersi contattati più volte sui social. Insieme a lui c'è anche un suo amico, Simone Valente, 28 anni. I quattro trascorrono tutta la sera insieme e poi, verso le cinque, escono dal locale per andare a casa di uno di loro a Pietralata.
A casa cominciano i primi approcci
Qui, secondo quanto ricostruito dalle due amiche davanti ai giudici, si formano le "coppie": Selim si apparta sul divano insieme alla ragazza che già conosceva, Valente si sistema sul letto insieme all'altra amica. Dopo i primi approcci consenzienti, la situazione precipita quando Valente, che inizialmente avrebbe rispettato la richiesta della ragazza che era con lui di non avere un rapporto intimo, si avvicina a Selim e i due iniziano ad abusare della ragazza che era già sul divano insieme a lui.
Il sospetto è che gli abbiano somministrato della droga
Dal racconto delle due amiche emerge come i giovani avrebbero poi violentato anche l'altra ragazza: "All’improvviso mi sono addormentata ma prima di ciò ricordo che la mia amica è stata trascinata da Valente e Selim sul letto dove ero anch’io, ritrovandoci così tutti e quattro insieme", la testimonianza riportata dal Corriere della Sera. Oltre ai racconti delle giovani, agli atti è finito anche un selfie scattato dai due ragazzi che ritrae loro e le due amiche sul letto, ma secondo la difesa quella fotografia non proverebbe la violenza.
Una delle ragazze, quella che per prima sarebbe stata abusata, ha dichiarato di sentirsi stordita e di non essere riuscita a opporre resistenza perché "inerme", sostenendo che i due potrebbero averle somministrato droga o altre sostanze contro la sua volontà. Una questione ancora da chiarire per i giudici, secondo i quali però le due amiche "si trovavano in uno stato di grande preoccupazione e paura".