“All’ospedale Santo Spirito obiezione di coscienza al 100%: diritto all’aborto sempre più limitato”
"A Roma ci sono casi limite come quello dell’Ospedale S. Spirito di Roma in cui il tasso di obiezione di coscienza tra medici e personale sanitario per l’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) raggiunge addirittura il 100 per cento. Questo è a quanto risulta da alcune segnalazioni che mi hanno spinto a presentare una richiesta di accesso agli atti rivolta al commissario straordinario dell’Asl Rm 1, Quintavalle, per conoscere i numeri sugli obiettori di coscienza e sugli interventi per IVG effettuati negli anni 2022, 2023, 2024″. Questo quanto denunciato dalla consigliera regionale del Partito democratico del Lazio Eleonora Mattia.
Da segnalazioni arrivate all'ufficio della consigliera, le motivazioni per l'obiezione di coscienza non sarebbero solo ideologiche. I medici non obiettori sarebbero sovraccarichi di lavoro, relegati a fare solo interruzioni di gravidanza, mentre i medici obiettori si dedicano ad altro. Una situazione non semplice, un problema che investe tutto il sistema sanitario nazionale, e che causa molto stress ai ginecologi che rispettano la legge 194.
"Un caso emblematico quello dell’Ospedale S. Spirito di Roma che, se confermato, visto anche il dibattito nazionale e internazionale legato al G7 in corso a Brindisi per la scomparsa della parola ‘aborto’ dal documento, ci spinge a sentire ancora di più l’urgenza di fare chiarezza sull’effettiva possibilità di accesso per le donne al diritto all’aborto", continua Mattia. Fanpage.it ha contattato l'Asl Roma 1 per conoscere lo stato effettivo del servizio. A quanto si apprende, questo è garantito "per le donne così come per qualunque altro cittadino – secondo i propri modelli organizzativi". Non è però chiaro il livello del tasso di obiezione e se questo raggiunga nella pratica il 100%.
Conoscere il livello effettivo riguardo i tassi di obiezione di coscienza, nel Lazio come nel resto d'Italia, non è affatto semplice. Non c'è grande chiarezza sui numeri e sulle strutture dove praticare un'Ivg è praticamente impossibile. Questo comporta che le donne che si trovano a dover o voler abortire, si scontrano con tantissimi problemi legati a burocrazia e poca trasparenza.
La consigliera Mattia ha presentato un'interrogazione a settembre per conoscere lo stato effettivo dell'applicazione della legge 194 nei consultori e negli ospedali del Lazio, il tasso di obiezione di coscienza e i numeri relativi alla somministrazione della pillola RU486 in regime ambulatoriale o di day hospital. A oggi, non è dato conoscere questi dati perché quell'interrogazione non ha mai avuto risposta. "Un’interrogazione – conclude Mattia – che giace in Consiglio regionale ormai dallo scorso settembre e che è urgente che la Giunta Rocca, il Consiglio regionale e tutta la maggioranza di destra mandino avanti per una questione di trasparenza delle Istituzioni nell’erogazione di un servizio pubblico centrale per l’autodeterminazione delle donne".