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Allerta morbillo, crescono i casi e il Lazio è la regione con più infetti: l’appello a vaccinarsi

I casi di morbillo sono in aumento in tutta Italia e il Lazio è la regione in cui si sono registrati più casi nel 2024. Per prevenire ulteriori contagi la vaccinazione è fondamentale.
A cura di Enrico Tata
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I contagi da virus del morbillo sono in netto aumento in Italia, come si vede dal grafico diffuso dall'Istituto Superiore di Sanità. E il Lazio è la regione italiana in cui si sono registrati più casi nel 2024.

Dall'inizio dell'anno al 30 aprile sono stati notificati 399 casi di morbillo, di cui 348 confermati, 16 probabili e 35 casi possibili. Trenta dei casi segnalati sono di importazione. I contagi sono stati segnalati in sedici regioni, ma quattro, cioè Lazio, Sicilia, Emilia Romagna e Toscana, hanno complessivamente il 68,7 per cento dei casi, cioè ben 274 su 399. Il numero più alto di casi è stato riscontrato proprio nel Lazio: 112 complessivi, di cui 36 a marzo e 45 ad aprile. L'incidenza più elevata è stata osservata nella regione Abruzzo, 59,1 casi su un milione, seguita dal Lazio 58,9 casi su un milione.

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Secondo i dati dell'Istituto Superiore della Sanità il 91 per cento dei pazienti affetti da morbillo era non vaccinato al momento del contagio. Il 6,1 per cento era vaccinato con una sola dose e il 3,8 per cento era vaccinato con due dosi. Il 31,8 per cento dei pazienti ha riportato almeno una complicanza, di cui quelle più frequenti sono state epatite/aumento delle transaminasi e polmonite.

Il Seresmi, Servizio Regionale per Epidemiologia, Sorveglianza e Controllo delle malattie infettive della Regione Lazio, fa sapere che nel Lazio l'età mediana dei pazienti infettati è di 33 anni, con la classe di età più colpita che è quella 15-39 anni. "I vaccini riducono i decessi e i ricoveri ospedalieri in due modi: proteggono direttamente i vaccinati, impedendo loro di ammalarsi e offrono protezione indiretta ai non vaccinati. Il morbillo si diffonde molto facilmente, quindi un'elevata copertura vaccinale, pari o superiore al 95 per cento della popolazione vaccinata con due dosi del vaccino, è essenziale per interrompere la trasmissione in un paese o in una comunità", fanno sapere gli esperti del Seresmi.

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