Alle regionali Rocca perde un alleato: maxi sequestro Unicusano, nei guai Stefano Bandecchi
Solo qualche giorno fa aveva organizzato una conferenza stampa per dare il suo appoggio al candidato del centrodestra per la Regione Lazio, Francesco Rocca: Stefano Bandecchi, patron della Ternana (esclusa dall'inchiesta) e tra i vertici dell'università Niccolò Cusano, è uno dei più grandi sostenitori dell'ex presidente della Croce Rossa Italiana. È notizia di ieri che l'ateneo è finito sotto inchiesta per una presunta evasione di venti milioni di euro, con tre persone accusate di dichiarazione fiscale infedele. Tra queste, anche Bandecchi, fondatore di Unicusano.
Dal 2022 Stefano Bandecchi è coordinatore nazionale di Alternativa popolare, il partito fondato da Angelino Alfano in seguito allo scioglimento del Nuovo Centrodestra. Durante la conferenza stampa con Francesco Rocca, ha dichiarato che "Rocca è la soluzione ideale per dare una linea diversa e che possa essere da guida per tutta la nazione", aggiungendo poi che "Alternativa Popolare vuole essere la stampella liberare che ormai sta scomparendo". Da parte sua anche Rocca ha ringraziato Bandecchi, definendolo un "uomo del fare", e dicendosi "sicuro" nel percorrere "un bel cammino insieme".
Al momento Rocca non ha proferito parola sul suo alleato, coinvolto nella maxi inchiesta della Guardia di Finanza. L'opposizione è già andata all'attacco, chiedendo una sua presa di posizione. "Nonostante la notizia dell’indagine sull’Università Unicusano Campus sia uscita su tutti i media, il candidato del centrodestra alla Presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca non ha ancora commentato. Vorremmo però sapere cosa ha da dire Francesco Rocca sulla vicenda, che ha presentato Bandecchi come imprenditore serio", ha dichiarato Marta Leonori, capogruppo dem nel consiglio regionale del Lazio. "Ci viene da pensare che in questo caso il silenzio di Rocca, sempre molto loquace, forse vale più di mille parole", rincara Andrea Casu, deputato Pd.
L'operazione condotta ieri dalla Guardia di Finanza sostiene che l'Università degli Stato Niccolo Cusano avrebbe investito l'80% del suo patrimonio in attività commerciali in misura prevalente rispetto all'attività istituzionale di formazione universitaria. Questo ha portato al sequestro preventivo di beni per oltre venti milioni di euro.