Alessio D’Amato si è dimesso dall’assemblea del PD: “Brigate e passamontagna, no grazie”
“Ho comunicato a Stefano Bonaccini le mie dimissioni dall’Assemblea Nazionale del Pd. Brigate e passamontagna anche no. È stato un errore politico partecipare alla manifestazione dei 5S. Vi voglio bene ma non mi ritrovo in questa linea politica. Continuo a lavorare per una alternativa ai sovranisti e ai populisti”. Così in un tweet Alessio D'Amato, ex assessore alla Sanità della Regione Lazio, oggi consigliere semplice del PD dopo essere stato sconfitto da Francesco Rocca nella corsa a governatore.
A D'Amato non è proprio andata giù la scelta di Elly Schlein di partecipare alla manifestazione promossa da Giuseppe Conte e dal Movimento 5 Stelle contro la precarietà e in difesa del reddito di cittadinanza. E così non si è limitato a manifestare come altri esponenti della minoranza il proprio disappunto, ma cavalcando le polemiche per la battuta di Beppe Grillo agitate soprattutto dalla destra ("Cominciate a fare le brigate di cittadinanza mascheratevi col passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, sistemate i marciapiedi le aiuole, i tombini, senza dare nell'occhio"), ha scelto di sbattere la porta.
Subito il cinguettio l'intervista al quotidiano la Repubblica, in cui ha spiegato la sua scelta: "È stato un errore partecipare a una manifestazione che si è connotata con parole d'ordine inaccettabili: brigate, passamontagna. Anche no. Sono parole inaccettabili per chi arriva da una cultura riformista e di sinistra, che ha sempre combattuto queste forme di violenza verbale. È stato un errore politico e una sottovalutazione, vedo una sorta di spirito gregario in questa partecipazione. Ancora più grave è il mancato ed immediato pubblico dissenso da Grillo e Ovadia".
D'Amato era stato appoggiato alle scorse elezioni da Carlo Calenda, che ne aveva fatto da subito il candidato del Terzo Polo. E il diretto interessato non smentisce un suo possibile approdo dalle parti di Azione nelle prossime settimane.