Alessio D’Amato si allontana dal PD con una scusa: per lui Calenda ha un posto in lista alle europee
"Prima ha contribuito a determinare la rottura con il Movimento 5 Stelle. Poi si presenta al PD come il candidato del Terzo Polo, e dopo le elezioni in consiglio regionale non entra nel gruppo del Partito Democratico ma decide di sedere in un gruppo a sé. La vera domanda è cosa ci facesse ancora nel partito D'Amato". I dirigenti dem in queste ore ragionano a voce alta sull'addio ormai dato per scontato dell'ex assessore regionale e candidato governatore del Lazio. L'opinione diffusa fuori e dentro le stanze della Pisana, è che già da prima della campagna elettorale ormai agisse più come un esponente di Azione che del PD, e che ora le polemiche sulla battuta di Beppe Grillo al corteo del Movimento 5 Stelle e sulla presenza di Elly Schlein allo stesso, siano solo un'occasione come un'altra per tagliare gli ormeggi.
In un'intervista a Repubblica, rilasciata il minuto dopo aver twittato il suo addio all'assemblea nazionale, il diretto interessato non smentisce il suo prossimo approdo al Terzo Polo. D'Amato risponde al giornalista che gli chiede se passerà con Calenda con una formula in politiche puro:"Ora il tema è costruire l'alternativa, poi vedremo nei prossimi giorni".
D'altronde non c'è giorno che non ricalchi le posizioni del leader di Azione: dal divieto social per i ragazzini rilanciato da Calenda dopo l'incidente di Casal Palocco, all'abolizione del reato di abuso d'ufficio, tema sul quale ha contestato la linea di Schlein in un'intervista al Foglio uscita proprio ieri, mettendosi in scia del Terzo Polo.
Chi lo frequenta in consiglio regionale spiega che in questi mesi non ha mai partecipato alle riunioni del centrosinistra alla Pisana. Dopo l'esperienza della lotta al Covid-19, quando ha dato prova di saper governare facendo del Lazio un modello soprattutto per quanto riguarda la campagna vaccinale, successo riconosciutogli c'è da dire da tutte le forze politiche, anche dal centrodestra, D'Amato forse voleva qualcosa di più che fare il consigliere semplice. E tra un anno si vota alle elezioni europee e Carlo Calenda avrebbe già un posto in lista per lui, d'altronde oltre ad averlo sostenuto alle elezioni regionali dal giorno zero, gli aveva anche proposto di correre con il Terzo Polo alle politiche. D'Amato forse si è pentito di aver coerentemente portato a termine il suo mandato di assessore, ma oggi un biglietto per Bruxelles non gli dispiacerebbe, in modo da lasciarsi alle spalle anche qualche delusione arrivata nell'ultimo anno e proseguire la sua carriera politica.