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Alessia Sbal travolta sul raccordo, camionista a processo: rifiutato il rito abbreviato

Niente rito abbreviato per il camionista che ha travolto e ucciso sul raccordo Alessia Sbal: al via il processo per omicidio stradale, mancato soccorso e rifiuto di sottoporsi ai test per alcol e droga.
A cura di Beatrice Tominic
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Alessia Sbal (Foto Facebook)
Alessia Sbal (Foto Facebook)

Rifiutato il rito abbreviato richiesto dal camionista di 49 anni accusato di aver travolto e ucciso Alessia Sbal sul raccordo nel dicembre del 2022, a poca distanza dall'uscita per Casalotti-Boccea. Le accuse sono di omicidio stradale, mancato soccorso e rifiuto di sottoporsi ai test per alcol e droga. La decisione è arrivata, come spiega il Corriere della Sera, dopo tre consulenze: quella volta ad accertare l'esatta dinamica dell'incidente, quella sulla possibilità di sentire le urla della donna e, infine, quella sui valori di positività alle droghe.

Gli accertamenti

Il camionista, risultato positivo sia all'hashish che alla cocaina, ha sostenuto di aver fatto uso delle sostanze diverse ore prima e che non guidasse in stato di alterazione. La possibilità, invece, è che si sia allontanato dal luogo dell'incidente proprio per evitare di sottoporsi ai test che avrebbero comportato il rischio di perdere il lavoro. Per questo, dopo essersi accostato in corsia di emergenza, sarebbe subito ripartito, evitando di svolgere le verifiche necessarie dopo l'urto con la Panda grigia, come richiesto da Sbal che aveva già chiamato il 112. Dall'altro capo del telefono si sarebbe sentito il camionista dire Ma ti ho appena toccato. Nella fuga avrebbe travolto la ragazza, senza fermarsi a prestare soccorso.

Le tre telefonate

Alessia Sbal e il camionista stavano percorrendo il raccordo, quando il camion avrebbe urtato l'automobile della ragazza. Sbal in quel momento si trovava al telefono con un'amica. È stata costretta a chiudere la chiamata, per farne delle altre al 112. Si tratta di almeno tre telefonate: "Mia sorella aveva paura e ha chiamato i soccorsi. La prima dura 23 secondi, la seconda un minuto. La terza volta è stato il centralino a richiamarla, ma lei non risponde". Nel corso di una di queste chiamate sarebbe stata la stessa Sbal a fornire il numero di targa del camionista, facendolo arrestare.

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