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Alessia Sbal travolta e uccisa sul raccordo, il camionista: “Non sono fuggito, non l’ho proprio vista”

Respinge l’accusa di omissione di soccorso il camionista che il 4 dicembre 2022 ha travolto e ucciso Alessia Sbal sul raccordo. E nel frattempo i suoi avvocati hanno richiesto il rito abbreviato.
A cura di Beatrice Tominic
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Si trovava alla guida del suo tir sul raccordo, vicino allo svincolo per Casalotti Boccea, quando, dopo un diverbio, ha travolto e ucciso Alessia Sbal, senza fermarsi a prestare soccorso. Imputato per omicidio stradale e omissione di soccorso, nell'ultima udienza il camionista, alla guida del camion in quella drammatica sera del 4 dicembre 2022, ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, ottenendo lo sconto di un terzo della pena. Per lui il pm aveva già disposto il giudizio immediato, saltando la fase dell'udienza preliminare.

Nel frattempo il camionista continua con la sua difesa: nessuna omissione di soccorso. Secondo quanto spiegato in aula, sarebbe ripartito senza fermarsi semplicemente perché non si sarebbe accorto della presenza di Sbal.

L'incidente sul raccordo

Inizialmente al camionista era stato contestato soltanto il reato di omissione di soccorso, ma secondo le ricostruzioni della Procura, sarebbe responsabile anche del decesso per aver effettuato una manovra azzardata per immettersi sulla carreggiata di marcia, uscendo dalla corsia di emergenza. In quel momento Sbal, rimasta in piedi al lato della carreggiata, è stata travolta.

Poi il camionista è ripartito senza fermarsi. Ha sempre sostenuto di non essersi fermato ad aiutare la donna perché non l'avrebbe vista anche se, secondo gli inquirenti, non è possibile che non si fosse accorto di averla investita. "Non sono scappato, sono ripartito", ha detto, continuando a respingere le accuse, affermando che l'abitacolo in cui viaggiava sarebbe stato troppo alto per accorgersi della presenza del corpo di Sbal.

Le testimonianze

La versione non convince il pm. Ad aggiungersi ai dubbi, anche la testimonianza di un'amica della vittima che si trovava al telefono con lei durante il primo scontro fra camion e auto, la Panda di Sbal. Lei si sarebbe affiancata al tir, per costringerlo a fermarsi. Il telefono si trova al centro di ulteriori analisi: è da lì che sono partite le tre telefonate al 112 in cui la ragazza appare in evidente stato di agitazione.

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