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Alessandro soffocato dal compagno di cella al Mammagialla per un debito: “Correte, l’ho ucciso”

Sarà eseguita oggi l’autopsia sul corpo di Andrea Salvaggio. Il compagno di cella lo ha strangolato mentre era nella sua brandina, sembra per un debito.
A cura di Natascia Grbic
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Si chiamava Andrea Salvaggio il detenuto ucciso dal suo compagno di cella nel carcere Mammagialla. Aveva 49 anni, era stato arrestato per questioni legate agli stupefacenti, e sarebbe stato rilasciato nel 2026. Esattamente come il suo assassino, Krasmir Tsvetkov, 21enne in carcere per reati contro il patrimonio. Ed è stato proprio lui a chiamare gli agenti della polizia penitenziaria per confessare quanto successo. "Venite, ho fatto una stupidaggine – avrebbe urlato – ho stretto le mani al collo di Andrea ed è morto.

Il 49enne è deceduto per soffocamento. Sul caso indagano i carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dal pubblico ministero Massimiliano Siddi. Sembra che il movente dell'omicidio siano stati alcuni debiti che Salvaggio aveva contratto nei confronti di Tsvetkov, anche se accertamenti in tal senso sono ancora in corso. Non sembra però, almeno allo stato attuale delle cose, che i due avessero mai avuto problemi in precedenza, tanto che nessuno si aspettava quello che poi è accaduto.

"Siamo stanchi, parlo a nome dei miei colleghi che operano all’interno del carcere viterbese – ha dichiarato Daniele Nicastrini, segretario regionale dell'Uspp, l'Unione sindacati di polizia penitenziaria – in un servizio sulla quale per il numero delle unità presenti soprattutto nei turni serali e notturni, una unità per centinaia di detenuti, pone un serio problema che può portare anche alla morte e le responsabilità non sono le nostre". "Troppo poco un agente per centinaia di detenuti nei turni serali e notturni e questo non permette alcun livello di sorveglianza, facendo venire meno ogni possibilità di intervento in casi come il gravissimo fatto di martedì sera".

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