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Alberto Bonanni, musicista pestato a Monti e morto dopo 3 anni di coma: chiesti 14 anni per imputati

I quattro erano già stati condannati per tentato omicidio, ma dopo la morte di Alberto Bonanni l’accusa è diventata omicidio volontario.
A cura di Natascia Grbic
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Sono state chieste quattro condanne a quattordici anni di reclusione per Carmine D'Alise, Christian Perozzi, Massimiliano Di Perna e Gaetano Brian Bottigliero, accusati di aver ucciso il musicista Alberto Bonanni durante un pestaggio. L'accusa per i quattro è passata da tentato omicidio – per cui erano già stati condannati a nove anni di carcere – a omicidio volontario. La loro posizione si è aggravata quando, dopo tre anni passati in coma, Alberto Bonanni ha esalato l'ultimo respiro. Dalla sera del pestaggio, avvenuto undici anni fa nella zona di Rione Monti a Roma, il musicista non ha più ripreso conoscenza. La sentenza nei confronti dei quattro accusati dell'omicidio è prevista per il 13 settembre.

Il pestaggio e la morte di Alberto Bonanni

Era la sera del 26 giugno 2011 quando la vita di Alberto Bonanni è stata troncata per sempre. Il ragazzo si trovava nel Rione Monti con un gruppo di amici, stavano camminando insieme ridendo e scherzando. A un certo punto sono stati avvicinati da Di Perna, che gli ha intimato di andare via e smettere di fare casino. La discussione è però degenerata velocemente, trasformandosi in un pestaggio. In aiuto a Di Perna sono accorsi D'Alise, Perozzi e Bottigliero, e Bonanni nulla ha potuto contro loro quattro. Preso a calci e pugni, è caduto in terra e ha perso conoscenza. Da allora non si è mai più svegliato: tre anni dopo è morto nel letto di un ospedale di Subiaco a causa di un'insufficienza respiratoria. Ed è a quel punto che l'accusa per i quattro passa da tentato omicidio a omicidio volontario. Se dovessero essere condannati, dovranno passare in carcere ancora molti anni.

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