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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

Al via il processo per l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, ucciso 3 anni fa al parco degli Acquedotti

Al banco degli imputati, il 52enne Raul Esteban Calderon, accusato di essere il sicario che ha ucciso il leader degli Irriducibili e boss della criminalità organizzata romana.
A cura di Natascia Grbic
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Comincia domani il processo per l'omicidio di Fabrizio ‘Diabolik' Piscitelli, il leader degli Irriducibili ucciso con un colpo di pistola alla testa il 7 agosto 2019 nel parco degli Acquedotti a Roma. Al banco degli imputati il 52enne argentino Raul Esteban Calderon, accusato di omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso e detenzione abusiva di armi. L'udienza di domani si terrà nell'aula bunker di Rebibbia.

Raul Esteban Calderon, accusato di essere anche l'assassino di Selavdi Shelaj, un pregiudicato ucciso il 20 settembre 2020 sulla spiaggia di Torvaglianica, è stato arrestato nel dicembre 2021 dopo una lunga inchiesta condotta dai pubblici ministeri della Direzioni distrettuale antimafia di Roma, coordinati dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò.

Diabolik, uno dei boss più in vista della criminalità organizzata romana, è stato ucciso mentre era seduto su una panchina al parco degli Acquedotti. Erano circa le 19, e stava aspettando una persona, con la quale aveva un appuntamento. E invece un uomo vestito da runner gli si è avvicinato alle spalle e lo ha ucciso con un colpo di pistola alla testa. Subito dopo è fuggito, la sua corsa ripresa dalle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. E proprio quel video sarebbe la prova regina che incastra Calderon: per l'accusa non ci sono dubbi, è lui l'uomo che ha ucciso Fabrizio Piscitelli.

Gli inquirenti però, non sono riusciti a identificare il mandante. Non si sa chi abbia commissionato l'omicidio di Diabolik, che forse negli ambienti della criminalità organizzata stava diventando un personaggio ingombrante. Tra le ipotesi, il fatto che abbia ‘pestato' i piedi alla persona sbagliata, che ha così deciso di vendicarsi. Dopo il suo omicidio, il suo braccio destro Fabrizio Fabietti si è nascosto. Sembra che non uscisse quasi più di casa. Fino al suo arresto durante l'operazione Grande Raccordo Criminale, in seguito al quale è stato condannato a trent'anni di carcere.

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